Villa Sauli resta a vegliare sul porto di Tricase, il Tar sospende l’ordinanza di demolizione

Il Tar di Lecce ha sospeso l’ordinanza del Settore Urbanistica del Comune di Tricase che intimava la demolizione di Villa Sauli, un fabbricato che si affaccia sulla zona del Porto.

Villa degli oleandri, il fabbricato di proprietà della famiglia Sauli che si affaccia sulla zona del Porto, doveva essere demolita secondo un’ordinanza del Comune di Tricase – la numero 264 datata 15 dicembre 2018 – “stante la concretezza e l’imminenza del grave pericolo per la pubblica incolumità”. Impossibile ‘rinviare’, soprattutto dopo il passaggio del tornado che, come appurato durante un sopralluogo, aveva reso “l’immobile una concreta minaccia per tutti”.

La costruzione, che risale a quasi cinquant’anni fa, insomma doveva avere i giorni contati. Per ora, invece, resta lì dov’è.

Il Tar di Lecce (Pres. Pasca – Est. Manca) ha scritto una nuova pagina nell’intricata vicenda. Accogliendo l’istanza cautelare degli eredi, i giudici del Tribunale amministrativo regionale hanno sospeso l’ordinanza del Settore Urbanistica che, contestando presunti abusi edilizi rispetto alla licenza edilizia risalente al 1963, intimava la demolizione dell’intero fabbricato di Via Vittorio Bottego s.n.c.. C’è anche una pagina Facebook gestita da un comitato che si batte da anni per ‘abbattere’ l’ecomostro, simbolo di degrado.

Gli avvocati Pietro e Antonio Quinto, difensori degli eredi, hanno documentato, in fatto prima ancora che in diritto, l’erroneità della ordinanza di demolizione, censurata anche sotto il profilo dello sviamento di potere. I difensori hanno, infatti, esibito una licenza di variante del 1965, ignorata dal Comune, che copriva le contestate difformità rispetto alla licenza del 1963, ma soprattutto la licenza di agibilità rilasciata dal sindaco dell’epoca in data 11/4/1969.

«Con quella licenza – hanno dedotto gli Avvocati Quinto nella discussione innanzi al TAR , il Sindaco ha dato atto della conformità del progetto ai titoli edilizi anche sulla base di una relazione tecnica dell’Ing. Scorrano risalente al 1967».

«È assurdo –  hanno sostenuto i difensori – che, a distanza di circa 50 anni, improvvisamente si invochino difformità edilizie che sono coperte da numerosi atti e provvedimenti dello stesso Comune. Così come è emersa l’infondatezza del contestato mutamento di destinazione d’uso del fabbricato, realizzato per essere adibito a piccolo albergo–ristorante, atteso che il fabbricato, da vari anni inutilizzato, richiede interventi di manutenzione straordinaria, denegati dallo stesso Comune, che in precedenza aveva lamentato la precarietà della struttura».

Il Tar, oltre a sospendere l’ordinanza di demolizione, ha invitato l’Amministrazione a valutare l’autorizzabilità dei lavori finalizzati alla messa in sicurezza dell’immobile per i quali i proprietari avevano presentato una Scia, rigettata dall’Ufficio Tecnico Comunale.

La causa sarà discussa nel merito all’udienza dell’11 dicembre.