Con il progressivo allentamento delle restrizioni sugli spostamenti, da ormai due settimana è possibile non solo spostarsi liberamente tra regioni ma anche tra stati membri dell’Unione Europea. Un ritorno alla normalità, con tante precauzioni da prendere, che potrebbe risollevare almeno in parte le sorti del turismo, tanto importante in Puglia ed in Salento. Punti nevralgici di tutto il comparto turistico sono gli aeroporti, senza i quali non è possibile spostarsi.
Fondamentale, da questo punto di vista, è l’aeroporto di Brindisi, una delle porte di accesso al Salento soprattutto durante la stagione estiva. “L’Aeroporto di Brindisi è formalmente aperto dal 3 giugno ma nei fatti esso è come se fosse chiuso”, esordisce in un comunicato il Presidente di Federalbeghi Confcommercio Lecce, Raffaele De Santis.
Rappresenta, secondo De Santis, un “freno alle possibilità di ripresa nell’Italia e del nostro territorio del post-emergenza epidemiologica, che vuole tornare a viaggiare e a dare respiro alla nostra economia”. Sebbene l’aeroporto sia formalmente aperto dallo scorso 3 giugno, il principale vettore Ryanair non ha ancora ripreso il proprio servizio per il quale si dovrà aspettare almeno la settimana prossima.
“Questo sostanziale blocco del trasporto aereo su Brindisi sta già producendo oggi un ulteriore danno al nostro sistema territoriale, che si aggiunge a quelli devastanti di questa prima parte del 2020: molte strutture alberghiere stanno subendo in questi giorni disdette e cancellazioni di prenotazioni, che oggi si configurano come un colpo anche simbolico alle speranze di ripresa”.
“L’Aeroporto del Salento – continua – deve essere considerato alla pari di quello di Bari, proprio perché strategico per l’intero comparto turistico, e soprattutto è necessario incrementare anche il numero di voli provenienti dall’estero, di pari passo con i collegamenti con le principali mete turistiche salentine”.
“Inutile dire che questo rappresenta un danno terribile per il nostro sistema territoriale. Nel Salento il turismo è in assoluto la principale “industria”, se consideriamo il settore alberghiero, l’ampio tessuto micro-ricettivo, i pubblici esercizi, il mare, e in generale tutto l’indotto anche commerciale che si genera dall’importante flusso di arrivi e presenze che soprattutto nella stagione estiva interessa il nostro territorio”.
“E’ bene lanciare il grido di allarme ora – conclude il Presidente De Santis – prima che si accumulino altri danni. Quest’estate non possiamo permetterci una riduzione dei servizi né tanto meno restituire anche lontanamente la sensazione che il nostro territorio sia poco o per nulla raggiungibile. Non possiamo permettercelo!”