Al termine del processo con rito abbreviato è giunta la condanna per un 36enne leccese accusato di aver perseguitato la ex ed i familiari di lei, per oltre 14 anni. In che modo? Effettuando fino a 100 chiamate al giorno. Inoltre, avrebbe rivolto minacce alla donna del tipo: «Ti brucio viva in casa. Ti faccio finire sotto terra».
Il gup Anna Paola Capano, nella giornata di martedì, ha inflitto all’imputato la pena di 2 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione per il reato di stalking.
Il 36enne è stato invece assolto dall’accusa di maltrattamenti per un episodio. È stato dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione in merito ad un altro episodio.
Il giudice ha poi condannato l’imputato al risarcimento del danno in separata sede ed al pagamento di una provvisionale di 5mila euro per la parte civile, assistita dall’avvocato Fabio Corvino.
Il pm Alfredo Manca aveva invocato una condanna ad oltre 4 anni. Il 36enne leccese, difeso dall’avvocato Sebastiano Conte, potrà presentare ricorso in Appello.
Le indagini
I fatti contestati nell’inchiesta condotta dagli agenti della Squadra mobile della Questura di Lecce, dopo le svariate denunce sporte dalla donna, si sarebbero verificati, a partire dal 2010, anno di inizio della convivenza della coppia.
Si faceva riferimento a ripetute minacce di morte, offese e aggressioni fisiche, che avrebbero avuto un’accelerata dopo la decisione di lei di interrompere la relazione.
Ed il 14 novembre scorso del 2023, l’ex compagno sarebbe arrivato ad effettuare fino a 100 telefonate.
Non solo, si sarebbe recato nei pressi della scuola frequentata dal figlio e avrebbe nuovamente minacciato di morte la donna che riuscì a mettersi a riparo ed a chiamare le forze dell’ordine.
In seguito, il 36enne è stato attinto dall’ordinanza di misura cautelare in carcere, richiesta dal pm Luigi Mastroniani, a firma del gip Silvia Saracino.
E nelle scorse ore, per il 36enne è arrivata la condanna per stalking.
