Picchiò un compaesano in un’area di servizio. 48enne di Racale condannato a 10 anni per tentato omicidio

Picchiò un compaesano in un’area di servizio. 48enne di Racale condannato a 10 anni per tentato omicidio. Il giudice ha disposto anche il risarcimento del danno in separata sede, in favore della vittima che si era costituita parte civile.

Arriva una dura condanna per l’uomo di Racale che picchiò selvaggiamente un compaesano all’interno del parcheggio di un’area di servizio.

Al termine del processo con rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo), il gup Giulia Proto ha inflitto la pena di 10 anni di reclusione a Roberto Palamà, 48enne di Racale, per il reato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi.

Invece, il pubblico ministero Rosaria Petrolo ha invocato la condanna a 4 anni.

Il giudice ha disposto anche il risarcimento del danno in separata sede, in favore della vittima che si era costituita parte civile, attraverso l’avvocato Salvatora De Lorenzis (sostituita in udienza dall’avvocato Andrea Cera).

L’uomo è difeso dall’avvocato Biagio Palamà che ha chiesto la riqualificazione del reato di tentato omicidio in lesioni personali gravissime. Una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 15 giorni), la difesa presenterà ricorso in Appello.

Il giudice ha disposto anche il risarcimento del danno in separata sede, in favore della vittima che si era costituita parte civile, attraverso l’avvocato Salvatora De Lorenzis (sostituita in udienza dall’avvocato Andrea Cera).

I fatti risalgono alla serata del 22 settembre del 2021 e si sono verificati a Racale. La violenta aggressione è avvenuta all’interno del parcheggio di un’area di servizio, situata sulla strada che porta verso la marina di Torre Suda.

A seguito di un diverbio, scaturito presumibilmente da motivi di natura economica, Palamà avrebbe picchiato ripetutamente il compaesano con una serie di pugni. Ma anche a calci in testa, con colpi particolarmente violenti, poiché indossava scarpe antinfortunistiche.

Solo l’intervento di una terza persona avrebbe placato l’ira dell’uomo che continuava ad inveire sulla vittima che si trovava riversa al suolo, tramortita e in un bagno di sangue.

L’uomo venne soccorso dai sanitari del 118 e trasferito in ambulanza, d’urgenza e in codice rosso, all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove venne ricoverato in stato comatoso per una presumibile emorragia cerebrale.

Successivamente, i carabinieri della stazione locale, intervenuti sul posto insieme ai colleghi della sezione radiomobile di Casarano, sono riusciti a rintracciare Palamà in casa. L’uomo è stato arrestato e condotto nel carcere di Borgo San Nicola con l’accusa di tentato omicidio, come disposto dal pubblico ministero di turno Maria Vallefuoco.

Dopo l’udienza di convalida e l’ascolto dell’aggressore, il gip Laura Liguori convalidò l’arresto, ma gli concesse i domiciliari. Attualmente Palamà è a piede libero con il solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.