Rispondeva dell’accusa di aver dichiarato il falso, attraverso l’autocertificazione per stato di necessità, durante un controllo stradale, nel primo periodo della pandemia da Covid-19. Limputato è stato assolto al termine del processo. La sentenza porta la firma del giudice monocratico Chiara Panico. Il tribunale ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”, un 76enne originario di Gallipoli, dall’accusa di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico. Il giudice ha accolto la richiesta di assoluzione avanzata dal suo legale, l’avvocato Antonio Palumbo.
Le accuse
I fatti risalgono al 21 marzo del 2020. Secondo l’accusa, il 76enne, fermato per un controllo dalla polizia municipale, dichiarò il falso, tramite l’autocertificazione, in barba al decreto ministeriale del 9 marzo del 2020. Nello specifico, ritiene sempre l’accusa, egli affermò che si era spostato a Tuglie, poiché nella sua casa in campagna, dove dimorava momentaneamente, non c’era energia elettrica e aveva bisogno di far riparare un gruppo elettrogeno in un’officina del paese.
Durante il processo, nel corso del quale sono stati ascoltati alcuni testimoni, sarebbe, però, emerso che il 76enne non aveva una casa in campagna e che la suddetta officina era chiusa ormai da diversi anni. Il giudice lo ha però assolto, poiché, come sostenuto nella sentenza: “il tribunale ritiene assolutamente insufficiente, il materiale indiziario emerso in dibattimento, palesandosi inidoneo a provare, oltre ogni ragionevole dubbio, la falsità contestata”.
