Il Tribunale del Riesame non concede gli arresti domiciliari a Pasquale Gorgoni, in carcere da oltre 100 giorni per l’affaire antiracket. Il collegio (Presidente Antonio Gatto, a latere Silvia Saracino e Alessandra Sermarini) ha rigettato l’istanza della difesa per il funzionario dell’ufficio Patrimonio del Comune di Lecce.
L’avvocato Amilcare Tana, legale di Gorgoni, ha invece chiesto la sostituzione della misura carceraria con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari, per motivi di salute. Il 62enne leccese è stato trasferito, lo scorso 17 agosto, presso il Centro diagnostico e terapeutico (Cdt) della casa circondariale di Bari, per essere sottoposto ad alcuni accertamenti cardiologici. Una consulenza medica presentata dalla difesa avrebbe già certificato l’incompatibilità di Gorgoni con il regime carcerario. Ad ogni modo, l’avvocato Tana ha già depositato, circa un mese fa, il ricorso in Cassazione avverso la precedente decisione del Riesame che aveva rigettato una prima istanza della difesa.
L’indagato risponde dei reati di peculato, truffa aggravata, corruzione e falso.
Anche i legali degli altri protagonisti della complessa vicenda giudiziaria hanno già presentato ricorso presso la Corte di Cassazione sul pronunciamento del Riesame. Si tratta, tra gli altri, di Maria Antonietta Gualtieri, Attilio Monosi e Serena Politi.
Nelle settimane scorse, la Procura leccese ha chiuso le indagini preliminari sulla delicata vicenda antiracket e l’impianto accusatorio è rimasto pressoché invariato. I pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci hanno ribadito le principali accuse per la principale indagata, Maria Antonietta Gualtieri. Secondo la Procura, il Presidente dell’associazione Antiracket Salento, avvalendosi dell’apporto di numerosi altri soggetti, tra inquadrati all’interno della stessa associazione e pubblici amministratori, oltre che privati imprenditori ed avvocati, avrebbe posto in essere più condotte delittuose volte al fraudolento accesso ai finanziamenti. La Gualtieri risponde delle accuse di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, concussione, falso ideologico e materiale, millantato credito.
Non solo, anche di associazione a delinquere nel ruolo di capo, ma anche di promotore assieme a Giuseppe Naccarelli e Pasquale Gorgoni.
Riguardo, la posizione dell’ex assessore al Bilancio del Comune di Lecce Attilio Monosi, la Procura ha contestato nuovamente le accuse di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e peculato, in merito ai lavori di ristrutturazione della sede di Lecce dell’associazione Antiracket, affidati alla ditta Saracino. L’ipotesi di reato di peculato non è stata invece accolta dal gip Giovanni Gallo che aveva applicato la misura interdittiva dai pubblici uffici per gli altri capi di imputazione.
I primi giorni di settembre, intanto, su istanza della difesa, verranno ascoltati in Procura Maria Antonietta Gualtieri e Pasquale Gorgoni (se le condizioni di salute glielo permetteranno) per chiarire la propria posizione nella delicata inchiesta.
Affaire Antiracket: il Riesame conferma il carcere per Pasquale Gorgoni
Il legale di Gorgoni ha chiesto la sostituzione della misura carceraria con quella degli arresti domiciliari, per motivi di salute. Il 62enne leccese e’ stato trasferito lo scorso 17 agosto, presso il Cdt di Bari per accertamenti cardiologici.
