
Le condizioni meteorologiche poco favorevoli non hanno fermato i militari della Guardia Costiera di Gallipoli, impegnati anche nel terzo fine settimana di Luglio a vigilare “terra e mare” per assicurare il rispetto delle norme sia da parte dei bagnanti e dei tanti turisti in vacanza nel Salento, che dei diportisti. I numeri sono impressionanti: complessivamente sono 183 i controlli effettuati dai nuclei operanti via terra e dalle motovedette in attività di pattugliamento lungo la fascia costiera, di cui 72 via mare e 111 via terra. Tre, invece, le sanzioni amministrative elevate per un importo pari a circa 6.000 euro per violazioni alle prescrizioni contenute nell’Ordinanza della Capitaneria di Porto di Gallipoli che disciplina la navigazione nell’ambito del Compartimento Marittimo e la sicurezza balneare nel Circondario Marittimo di Gallipoli.
Per quanto riguarda le chiamate pervenute alla Sala Operativa della Capitaneria, invece, il numero è leggermente cresciuto rispetto ai weekend precedenti probabilmente a causa del maltempo quasi “autunnale” di sabato e domenica. Trenta sono le telefonate per segnalare condotte “illegali” e soprattutto richieste di assistenza. In particolare, sono tre le imbarcazioni soccorse e ben ventisei le persone che si trovavano in difficoltà e che sono state aiutate.
Si ricorda a tutti i bagnanti ed ai diportisti che per un intervento in mare rapido ed efficace occorre chiamare direttamente il numero gratuito per le emergenze in mare “1530”.
Ma non finisce qui, sotto i riflettori dei militari specializzati del Nucleo controllo pesca, sono finiti ristoranti ed esercizi commerciali del Salento. L’obiettivo è quello di accertare la rispondenza del prodotto ittico conservato nelle celle frigorifere dei locali alle normative comunitarie e nazionali che tutelano il pescato. Anche in questo “campo” i risultati non sono mancati: è stato sequestrato mezzo quintale di prodotto ittico. In particolare, i militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Otranto hanno deferito all’Autorità Giudiziaria il titolare di una locale pescheria, dove sono stati trovati sette esemplari di pesce spada di dimensioni inferiori rispetto a quelle previste dalla normativa vigente e privo di qualsiasi documento che ne attestasse la provenienza. Gli esemplari, di appena 30 chilogrammi, su disposizione del Magistrato di turno, Dottoressa Micucci, sono stati devoluti in beneficenza non prima di aver ricevuto il nulla osta da parte dei medici veterinari intervenuti su chiamata dei militari.
I militari della Guardia Costiera di Gallipoli hanno invece sequestrato, presso un ristorante della Marina di San Gregorio, circa 20 chilogrammi di pescato per mancanza di documentazione che ne attestasse la rintracciabilità. Nella vicina Marina di Torre Vado, invece, sempre all’interno di un ristorante, sono stati sequestrati circa 100 ricci, nonché vasetti e bottiglie contenenti polpa di riccio, conservati nella cucina del locale in mancanza della prevista documentazione sanitaria. In questo caso, oltre ai potenziali rischi sanitari è doveroso sensibilizzare sul danno ambientale che si crea all’ecosistema marino quando i ricci di mare vengono raccolti, per la successiva commercializzazione, in assenza delle previste autorizzazioni e documentazioni ed in violazione ai quantitativi massimi imposti dalla normativa di settore.
Ai trasgressori sono state inoltre elevate sanzioni amministrative di importo complessivo pari a tremilacinquecento euro.