Finisce sotto processo, l’ex sindaco di Maglie, Antonio Fitto al termine dell’inchiesta sul presunto “voto di scambio”, in occasione delle elezioni comunali del 2015.
Il sostituto procuratore Francesca Miglietta ha emesso un decreto di citazione a giudizio nei confronti di Antonio Fitto. Stessa accusa per Alessandra Alfarano, in qualità di funzionario comunale. Invece, Ernesto Toma, attuale primo cittadino, risponde soltanto di favoreggiamento personale.
I tre imputati dovranno presentarsi all’inizio del prossimo anno, di fronte al giudice monocratico Alessandra Sermarini per l’inizio del processo.
Sono assistiti dagli avvocati Luciano Ancora ed Andrea Sambati e potranno dimostrare l’estreneità alle accuse nel corso del dibattimento. La difesa ritiene che non ci sia alcun collegamento tra l’assegnazione dei voucher e la richiesta di voto.
Le accuse
Le indagini hanno preso il via da un esposto depositato in Procura, in cui venivano gettate ombre sulle elezioni comunali del 31 maggio del 2015, riguardanti il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del nuovo sindaco.
I successivi accertamenti investigativi, condotti dai finanzieri della Tenenza di Maglie, avrebbero smascherato questo sistema del “voto di scambio”. In particolare, la distribuzione di voucher ai cittadini bisognosi, in cambio della preferenza accordata alla lista capeggiata da Toma (candidato sindaco) e per la quale “correva” anche Fitto, in qualità di consigliere comunale.
Secondo la Procura, inoltre, un beneficiario dei voucher avrebbe contattato Toma dopo avere ricevuto una convocazione dai finanzieri. Questi lo avrebbe “consigliato” sulle risposte da fornire ai militari, per giustificare l’assegnazione dei “buoni lavoro”.