Abusi sessuali sui figli minori, il pm invoca una condanna a 15 anni per la madre

Le accuse verso la 41enne di Gallipoli sono pesantissime: violenza sessuale e atti sessuali con minorenne e corruzione di minorenne. Il padre è stato in corso di dibattimento ritenuto ‘incapace d’intendere e di volere’.

Avrebbe compiuto abusi sessuali di varo tipo sui figli minorenni e sulla base di queste gravi accuse, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 15 anni di reclusione per una donna di Gallipoli.
 
Il pm Giovanni Gagliotta ha concluso la propria durissima requisitoria, affermando che "nonostante lo stato di degrado sociale, nell'ambito del quale si sono svolte le violenze, nessuna attenuante può essere accordata, data la gravità dei fatti".
 
Le contestazioni sono pesantissime, trattandosi di tre reati aggravati: violenza sessuale ed atti sessuali con minorenne e corruzione di minorenne. Il padre, un 45enne di Gallipoli inizialmente imputato con le stesse accuse, è stato in corso di dibattimento, ritenuto "incapace d'intendere e di volere".
 
Il pm Gagliotta, durante la discussione odierna in aula, ha riportato alcune dichiarazioni rese agli inquirenti, dai due figli della coppia come l'affermazione del minore "Gli adulti facevano cose sporchissime; si chiudevano in camera con noi  e ci facevano fare delle cose sporchissime, a me e mia sorella".
 
I due bambini, infatti, erano stati ascoltati già in fase d'indagini, attraverso l'incidente probatorio. Subito dopo, è stata la volta degli avvocati delle parti civili che si sono allineati alle richieste formulate dal pm. Il figlio della coppia è difeso dal curatore speciale, l'avvocato Cristina Pisacane, mentre la figlia ha nominato come proprio difensore, l'avvocato Laura Bruno.
 
Nella prossima udienza, invece, fissata per il 29 aprile, prenderà la parola l'avvocato Pompeo De Mitri, legale dell'imputata, una gallipolina 41enne. Subito dopo, il collegio della seconda sezione penale presieduto da Pasquale Sansonetti, a latere Annalisa De Benedictis e Marcello Rizzo, dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio per emettere la sentenza.
 
Secondo l'accusa, i genitori avrebbero costretto i propri due figli, un maschietto ed una femminuccia minori di dieci anni, a partecipare a "giochi perversi" nella loro camera da letto. Anzitutto, li avrebbero fatti spogliare e poi costretti a rapporti sessuali tra loro due e poi con gli stessi genitori, "invogliandoli" a riproporre gli stessi "comportamenti " con i propri coetanei. I genitori sono anche accusati di atti sessuali nei confronti dei figli, consistenti in baci sul corpo, carezze nelle parti intime e "pratiche masturbatorie". Non solo, la coppia si sarebbe esibita in atti sessuali  "dimostrativi" in loro presenza, "intimandogli" di imitarli e riproporre gli stessi comportamenti. Gli episodi si sarebbero verificati a Casarano, fino al settembre del 2007.
 
La denuncia venne sporta da alcuni operatori di una Casa Famiglia del brindisino, presso la quale erano ospitati i due bambini, considerando lo stato d'indigenza della famiglia. Infatti, queste persone preposte alla cura dei minori, notarono alcuni comportamenti sessuali inusuali da parte dei ragazzini. Uno staff di specialisti composto da psicologi effettuò ulteriori accertamenti ed i due minori cominciarono a raccontare i presunti abusi e le violenze sessuali, compiuti dai propri genitori sulla loro pelle.
 

L'esito di questi "incontri" ed ascolti protetti, fu che i ragazzini avrebbero manifestato "turbe psichiche", perché vittime in passato di violenza. Fu redatta una "relazione clinica di aggiornamento", inoltrata al Tribunale dei Minorenni. Successivamente, gli atti furono però trasmessi alla Procura di Lecce. Le indagini vennero coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Gagliotta e condotte da Carabinieri e dalla Squadra Mobile di Lecce.



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