
Si conclude con una pesante condanna, il processo di primo grado, per un 25enne accusato di aver abusato della cognata minorenne in svariate occasioni, nella casa in cui viveva anche la moglie, approfittando della sua assenza. Al termine del processo di primo grado, i giudici della prima sezione collegiale (presidente Annalisa De Benedictis, a latere Elena Coppola e Natascia Mazzone), hanno inflitto all’imputato la pena di 15 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata.
Non solo, è stato disposto un risarcimento di 200mila euro in favore della parte civile, assistita dall’avvocato Maurilio Marangio. E poi, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dai luoghi frequentati da minori. La pubblica accusa, al termine della requisitoria, aveva invocato la condanna a 9 anni di reclusione.
Il 25enne, residente a Lecce, è difeso dall’avvocato Davide Pastore e presenterà ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza entro 90 giorni.
I fatti sarebbero venuti alla luce, dopo che la 12enne (all’epoca dei fatti) si confidò con un assistente sociale, durante un programma scolastico. E venne fatta una segnalazione ai carabinieri che portò successivamente all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura.
Le accuse
I fatti si sarebbero verificati a Lecce, alla fine di dicembre del 2019. In base a quanto contestato dall’accusa, il 25enne, in almeno due circostanze, avrebbe abusato della ragazzina, approfittando dell’assenza della sorella (sposata con il giovane), nella casa in cui vivevano tutti insieme.
Il cognato avrebbe palpeggiato in più occasioni la 12enne che successivamente decise di confidarsi a scuola su quanto avvenuto tra le mura domestiche.
Le accuse vennero anche confermate dalla minore, nel corso dell’incidente probatorio, presso la Procura per i minorenni.