Accusato di maltrattare la compagna e violentare la figliastra disabile. Assolto in Appello

Disposta la revoca dei domiciliari per l’uomo che è tornato in libertà. Il 46enne era stato condannato in primo grado 14 anni di reclusione.

Aveva rimediato la condanna in primo grado a 14 anni di reclusione, ma per un 46enne, già in carcere per uxoricidio, accusato di avere maltrattato la nuova compagna ed abusato della figlia di quest’ultima, è arrivata l’assoluzione in Appello.

La Corte ha assolto l’imputato. Ed è stata disposta la revoca dei domiciliari ed è tornato in libertà. È difeso dagli avvocati Rita Ciccarese e Francesco Calcagnile.

In primo grado, inoltre, i giudici della prima sezione collegiale lo avevano condannato al risarcimento del danno in separata sede ed al pagamento di una provvisionale di 40mila euro per le parti civili assistite dagli avvocati Ester Nemola e Maria Cristina Brindisino.

I fatti, secondo l’accusa, si sarebbero verificati dal maggio del 2020 sino al novembre del 2021.

L’uomo, un 46enne residente in un paese dell’hinterland di Maglie, venne arrestato nel febbraio del 2022 a seguito dell’ordinanza a firma del gip Alessandra Sermarini, richiesta dal sostituto pm Simona Rizzo. Rispondeva dei reati di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti.

Le accuse

Secondo l’accusa, l’uomo considerava e trattava la 13enne disabile come una moglie. E aveva nei confronti della ragazza delle attenzioni sessuali. Inoltre, avrebbe umiliato la figlia della compagna con frasi del tipo: “mongoloide, stupida, non spendo i miei soldi per i libri, tanto non capisci niente”. Inoltre, avrebbe costretto entrambe a mangiare ciò che cucinava ed a isolarsi dalle altre persone ed a stare chiuse in casa senza poter comunicare in alcun modo fra loro.

Come detto le accuse sono cadute al termine del processo di Appello, dopo la condanna in primo grado.



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