Agguato a tifosi del Pescara a “colpi” di pietre, tre ultras giallorossi finiscono sotto processo

Gli imputati, assistiti dagli avvocati Giuseppe Milli, Dimitry Conte e Francesco De Iaco potranno difendersi dalle accuse nel corso del processo

Finiscono sotto processo tre ultras del Lecce, accusati dell’agguato ai supporter del Pescara sulla Brindisi-Lecce. Il gup Silvia Saracino, al termine dell’udienza preliminare, ha disposto il rinvio a giudizio per un 30enne di Cursi, un 27enne leccese e un 29enne di Melendugno, già sottoposti all’obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza. Rispondono delle accuse di danneggiamento e lesioni personali.

La prima udienza si terrà il 7 giugno, dinanzi al giudice monocratico Annalisa De Benedictis.
Gli imputati, assistiti dagli avvocati Giuseppe Milli, Dimitry Conte e Francesco De Iaco potranno difendersi dalle accuse nel corso del processo

I fatti si sarebbero verificati il 31 marzo 2019. Stava per andare in scena la gara valida per il campionato di serie B, quando, secondo l’accusa, un gruppo di 40/50 tifosi ha organizzato un agguato ai tifosi pescaresi sulla Brindisi-Lecce, all’altezza del km 19. Si sarebbero nascosti dietro le siepi, lungo il bordo destro della carreggiata, travisati e incappucciati. Quando hanno visto il convoglio della squadra avversaria, avrebbero invaso la corsia, scagliando pietre, torce luminose, fumogeni e bombe carta contro la colonna di sette minivan, auto e un pullman con a bordo tifosi del Pescara. Il bilancio fu di alcuni mezzi distrutti e dei feriti.

Nel corso delle indagini, coordinate dal pm Alessandro Prontera e condotte dagli agenti della Digos, vennero effettuati alcuni accertamenti di natura biologica sugli indumenti trovati sul posto che hanno consentito di estrapolare alcuni profili di DNA degli autori della violenza, uno dei quali corrisponderebbe a quello di uno dei presunti responsabili.