Ieri il procuratore Capo di Lecce, Cataldo Motta, ha convocato nel suo ufficio i vertici delle Forze dell’Ordine.
Questa mattina il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha ribadito la presenza dello Stato perchè i cittadini non si sentano soli in questi tristi frangenti in cui le organizzazioni criminali alzano il tiro e seminano sangue, così come è accaduto la sera del 17 marzo scorso a Palagiano. Ai 60 poliziotti e carabinieri già inviati dal Viminale si aggiungeranno in provincia di Taranto altri 23 uomini. Lo ha assicurato il ministro nelle stanze della prefettura tarantina, al tavolo del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Intanto ieri, il procuratore distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, ha convocato nel suo ufficio alla Procura della Repubblica di Lecce, una riunione alla quale hanno partecipato i vertici del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato (SCO), dott. Raffaele Grassi, e del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri (ROS), generale Mario Parente. Il procuratore Motta ha affermato che verrà usato lo stesso metodo di indagine utilizzato a Brindisi per far luce sull’attentato alla scuola Morvillo Falcone. Sì perché la morte del piccolo Domenico urla Giustizia.
Ma, soprattutto a tutela dei due bambini superstiti, i due altri figli di Carla Maria Fornari morta nell’agguato, Motta chiede rigore e si appella “alla professionalità ed alla sensibilità di tutti i giornalisti sollecitando la loro collaborazione e pregandoli, per un verso, di rivolgersi al mio ufficio per qualsiasi informazione e, per altro verso, di scusarmi se non riceveranno alcuna notizia inerente alle indagini in corso, né alla direzione di esse, né indicazioni che siano di conforto alle ipotesi da loro formulate”.
Il Capo Antimafia di Lecce, inoltre, ha voluto informare che “il procedimento per il triplice omicidio è stato trasmesso dalla Procura della Repubblica di Taranto alla Procura Distrettuale Antimafia di Lecce essendosi ravvisata, alla luce delle modalità del fatto, la circostanza aggravante del metodo mafioso in virtù della quale le funzioni di pubblico ministero sono attribuite ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia; che si è ritenuto di applicare alle indagini anche il sostituto procuratore di Taranto che era di turno la sera in cui si è verificato l’episodio delittuoso, affinché ci si avvalga anche delle conoscenze appannaggio della Procura territoriale; che con loro e con gli altri esponenti dei Carabinieri e della Polizia di Stato di Lecce e Taranto sono stati esaminati gli elementi obiettivi fin qui risultati e si è provveduto ad una suddivisione di compiti”.
Una fattiva e leale collaborazione tra Carabinieri e Polizia contrassegnerà anche queste indagini, e, come afferma Motta sarà messa “a fattor comune di qualsiasi informazione”, oltre che messe in atto “le sperimentate capacità investigative sia dei loro Servizi centrali, sia degli ufficiali di polizia giudiziaria di Lecce e di Taranto”.