
Arrivano cinque condanne, al termine del processo relativo all’Operazione investigativa “Ali Babà” su di una lunga serie di furti, soprattutto nel Basso Salento.
I giudici della prima sezione collegiale (Presidente Fabrizio Malagnino) hanno inflitto la pena di 3 anni e 9 mesi di reclusione a Mattia Schito, 27enne (il pm Francesca Miglietta ha chiesto 6 anni).
E poi, 2 anni (pena sospesa) per Giovanni Rizzo, 53 anni (1 anno e 8 mesi), Andrea Francesco Duma, 59enne (1 anno e 8 mesi), Loris Casarano, 47 anni (1 anno e 8 mesi) e Simone Gaetani, 47 anni (5 anni), solo per alcuni episodi di furto. È stato assolto per non aver commesso il fatto, invece, Andrea Giannelli, 31enne (chiesto 1 anno), difeso dall’avvocato Salvatore Bruno, per il reato di associazione a delinquere. Tale accusa è caduta anche per Mattia Schito.
Assolta anche Romina Crusi, 49 anni ( 8 mesi) dal reato di ricettazione. Inoltre, è stata dichiarato il non doversi procedere per Daniel Gaetani, 26 anni, perché già giudicato per il medesimo reato.
Gli imputati, tutti di Taviano, potranno eventualmente proporre ricorso in Appello, appena verranno depositate le motivazioni della sentenza ( entro 90 giorni). Sono difesi dagli avvocati: Biagio Palamà, Simone Viva, Stefano Stefanelli. I presunti capi promotori hanno già patteggiato la pena, in precedenza.
In base alle indagini, gli imputati avrebbero realizzato, in pochi mesi, tra la fine del 2015 e la prima metà del 2016, circa 250 furti. Oggetti maggiormente trafugati? Condizionatori d’aria, elettrodomestici, attrezzi agricoli, giare nuove o antiche in terracotta, biciclette, televisori e ogni altra cosa ritenuta utile alla rivendita sul mercato ad acquirenti compiacenti o precedenti proprietari.
I Carabinieri della Compagnia di Casarano hanno eseguito, nel febbraio del 2018, otto ordinanze di custodia cautelare su richiesta del Pubblico Ministero Paola Guglielmi.
I territori più colpiti sono risultati essere il comune di Taviano e la marina di Mancaversa, il comune di Racale e la marina di Torre Suda e quelle limitrofe; il comune di Ugento e le relative marine oltre ai paesi confinanti, situati lungo la fascia costiera ionica in direzione del Capo di Leuca e anche verso i paesi vicini alla città di Lecce.
È stata adoperata un’attività tecnica di intercettazione su diverse utenze telefoniche ed ambientali.