Alla stazione di Lecce il ricordo di Leonardo Vitale, per tutti il Madonnaro

In concomitanza con i funerali di Leonardo Vitale, per tutti il Madonnaro, alla stazione di Lecce il ricordo delle associazioni Pronto soccorso dei poveri e Salento Rinasce, con la partecipazione della deputata Veronica Giannone.

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Ad Oria i funerali, a Lecce il ricordo di Leonardo Vitale, per tutti il Madonnaro, l’artista 69enne ucciso durante un tentativo di rapina nei pressi della stazione, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti. L’ultimo saluto al Madonnaro è un misto d’emozione e rabbia. A rendergli omaggio nella Chiesa San Domenico di Oria ci sono i parenti, gli amici e i cittadini del paese adottivo. Come d’adozione può essere considerata Lecce, città in cui Leonardo Vitale – originario di Ceglie Messapica – trascorreva gran parte delle giornate, gessetti alla mano, prima di fare rientro ad Oria, prendendo un treno in nottata.

Ed è proprio in viale della Stazione, dove Vitale è stato ferito a morte, che negli scorsi giorni si è consumato il ricordo del madonnaro pugliese, voluto dalle associazioni Pronto soccorso dei poveri di Tommaso Prima e Salento Rinasce, guidata da Raffaele Longo, alla presenza di Don Attilio Mesagne e la deputata di Forza Italia Veronica Giannone. Il ricordo è accompagnato da una richiesta: “più sicurezza nel quartiere stazione”, come recita un cartellone appeso all’auto del presidente del Pronto soccorso dei poveri, Tommaso Prima, e come ribadito durante gli interventi dei partecipanti, che hanno richiesto misure urgenti al Sindaco di Lecce, Carlo Salvemini. “La sicurezza va garantita ai cittadini. Le forze dell’ordine lavorano in maniera egregia. Bisogna che i sindaci di tutte le città provvedano a garantire la sicurezza nelle periferie spesso dimenticate. Qui stiamo parlando della stazione di Lecce capoluogo che accoglie ogni giorno centinaia di migliaia di persone e dove la sicurezza deve essere garantita maggiormente perché è il biglietto da visita della città”, le parole di Raffaele Longo.

A fare eco è l’onorevole Veronica Giannone. “Spesso prendo il treno e arrivo a mezzanotte e mi ritrovo in difficoltà a restare sola e ad aspettare qualcuno che mi venga a prendere perché la situazione non desta la sicurezza che vorremmo avere, ed è difficile vivere in questo modo perché una persona dovrebbe sentirsi sicura, almeno nella propria città, e purtroppo la stazione di Lecce non è sicura, come abbiamo visto con l’uccisione del madonnaro. Dobbiamo riunirci per richiedere maggiori misure di sicurezza”.

Misure che le associazioni chiedono anche alla stessa deputata Giannone, specie con riferimento all’applicazione dei provvedimenti emessi dalla questura. Il giovane autore della rapina e dell’uccisione di Leonardo vitale, infatti, sarebbe stato destinatario di un foglio di via, rimasto lettera morta. Il più critico sul punto è Raffaele Longo: ”Quando c’è un foglio di via e non viene rintracciato l’individuo, questo deve essere considerato un latitante”, dice strappando l’impegno dell’onorevole Giannone a portare la voce delle associazioni nelle aule parlamentari.

Intanto, sulla questione sicurezza si è pronunciato anche il primo cittadino, Carlo Salvemini. “Il quartiere della stazione non è una terra di nessuno – afferma – e in quella zona sono previsti tanti investimenti che segnalano l’attenzione del Comune e delle istituzioni. Resta a Lecce, come nelle altre città, il grande tema nazionale della presenza di migranti non regolari sprovvisti di diritti, assistenza, percorsi di integrazione. Invisibili. È una presenza che andrebbe gestita fornendo anche alle amministrazioni locali e alle realtà del Terzo settore strumenti adeguati al recupero e all’inclusione, che negli ultimi anni sono stati invece depotenziati”.



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