Non andrà avanti il processo nei confronti di un magistrato e della ex poliziotta, accusati di aver affittato ad alcune “lucciole” una casa-vacanze a Lecce.
Il collegio della prima sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino), attraverso apposita ordinanza, ha accolto l’istanza di nullità del decreto di rinvio a giudizio, a firma del gip, accogliendo il ricorso della difesa.
Gli avvocati Ladislao Massari e David Brunelli hanno, infatti, sottolineato come i due imputati non avessero ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. È ciò ha comportato la nullità. Ora gli atti tornano al pubblico ministero Maria Vallefuoco che dovrà decidere se esercitare l’azione penale o chiedere l’archivazione del procedimento.
Giuseppe Caracciolo, 64enne leccese, esperto in Diritto Tributario e Pasqua Biondi, 57enne, poliziotta in aspettativa di Brindisi, erano stati rinviati a giudizio dal gup Marcello Rizzo, al termine dell’udienza preliminare, con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione. Nei mesi scorsi, la Procura aveva infatti modificato l’iniziale ipotesi di reato di sfruttamento della prostituzione.
Ricordiamo, infatti, che nel dicembre del 2020, la Corte di Appello (Presidente Vincenzo Scardia) aveva disposto l’annullamento della sentenza di condanna ad 1 anno, maturata in primo grado.
Il gup Carlo Cazzella, al termine del giudizio abbreviato, aveva ritenuto i due imputati colpevoli, ma derubricando il reato in favoreggiamento della prostituzione e disponendo la sospensione della pena e la non menzione della condanna.
Le prostitute avrebbero offerto, secondo l’accusa, prestazioni sessuali a pagamento all’interno della casa-vacanze di proprietà del magistrato. E in data 1 luglio del 2016, vennero apposti i sigilli all’appartamento. Le indagini, avviate dopo la segnalazione di alcuni condomini, sono state condotte dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Lecce. I poliziotti, attraverso appositi appostamenti, hanno filmato la presunta attività illecita. Successivamente, il pm ha revocato il sequestro preventivo dell’appartamento “incriminato”. Durante le indagini si è anche svolto l’incidente probatorio. Sono state ascoltate due prostitute, al fine di verificare se il magistrato indagato fosse a conoscenza che in quell’appartamento vi fosse un giro a “luci rosse”.
