
Condanna ridotta in Appello per Francesco Luggieri, coinvolto nell’inchiesta “Remetior bis”.
La Corte (Presidente Roberto Tanisi) ha inflitto la pena di 14 anni (in primo grado 17 anni) nei confronti del 38enne di Trepuzzi. Non solo poiche è stata disposta l’immediata scarcerazione, accogliendo l’istanza dell’avvocato Umberto Leo.
Ricordiamo che il 9 ottobre scorso, Francesco Luggerisi tagliò le vene nel Tribunale penale di viale De Pietro. Erano le 14, quando il detenuto mentre si trovava nella cella del sottopassaggio in attesa di salire in aula per essere giudicato, estrasse una lametta e si procurò alcuni tagli sul braccio. Cominciò a perdere copiosamente sangue e venne trasportato presso l’Ospedale “Vito Fazzi” per accertamenti medici. Vennero avviate indagini, per capire come mai l’uomo fosse in possesso della lametta, nonostante lo stato di detenzione. Francesco Luggeri, era appena giunto a Lecce con una camionetta della polizia penitenziaria, dal carcere di Bari. Era stato condannato in primo grado a 17 anni ma aveva ottenuto gli arresti domiciliari, a seguito di un’istanza del proprio legale. Successivamente era tornato in carcere perché accusato di furto, in un’altra inchiesta.
Il suo difensore chiese in seguito una perizia psichiatrica per il proprio assistito. All’esito della consulenza, Luggeri venne comunque ritenuto capace di stare in giudizio.
Invece, quello stesso giorno, La Corte di Appello ha inflitto 14 anni di carcere per Leandro Luggeri, 39enne di Trepuzzi, sempre assistito dall’avvocato Umberto Leo (era stato condannato in primo grado a 30 anni di reclusione), in considerazione della lieve entità dello spaccio.
Francesco e Leandro Luggeri rispondevano dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, rapina a mano armata, associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Inoltre, i giudici di Appello hanno condannato a 1 anno e 3 mesi Giuseppe Russo 34enne di Campi Salentina (5 anni in primo grado). Rispondeva di detenzione e porto abusivo d’armi (arma da guerra) e lesioni personali, ma è stato assolto per un capo d’imputazione. Russo è difeso dall’avvocato Francesco Tobia Caputo.
Ricordiamo che nel processo di Appello, celebratosi nei mesi scorsi nell’aula bunker di Borgo San Nicola per gli imputati che hanno scelto il processo abbreviato, la Corte ha assolto il presunto capo dell’organizzazione ed ex latitante Salvatore Caramuscio, detto Scaramao, nel frattempo deceduto, il 28 settembre scorso a Chieti. Assolto anche Cristian Lazzari, 30enne di Trepuzzi. I giudici hanno anche ridotto la pena a tutti gli altri imputati.
Il blitz eseguito nel novembre di cinque anni fa, da 80 militari della Guardia di Finanza di Brindisi, smantellò una frangia della Sacra Corona Unita, attiva nel nord leccese ed in particolare a Trepuzzi. L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore antimafia Alessio Coccioli ha portato all’arresto di quindici persone “vicine” agli ambienti Scu, per un totale di 26 indagati.
Al vertice dell’organizzazione criminale, secondo la Procura, il boss Caramuscio. Il quale, in qualità di figura preminente, dalla stessa cella avrebbe svolto le operazioni di coordinamento del business del gruppo. Un ruolo di primo piano anche per Marianna Carrozzo, la compagna di Leandro Luggeri. La donna, dirigeva le attività relative all’approvvigionamento e lo spaccio di stupefacenti.