Inchiesta Tap su direttiva Seveso. Il gip dispone l’archiviazione per i due indagati

Il giudice ha rigettato l’opposizione presentata da diversi sindaci alla richiesta di archiviazione della Procura

Arriva l’archiviazione definitiva dello stralcio dell’inchiesta principale sul gasdotto Tap, riguardante la direttiva Seveso sul rischio di incidenti rilevanti. L’ordinanza porta la firma del gip Alessandra Sermarini che ha rigettato l’opposizione alla richiesta di archiviazione del pm Valeria Farina Valaori, presentata da diversi sindaci.

Dunque è stato archiviato il procedimento riguardante le accuse di truffa ai danni dello Stato e violazione della direttiva Seveso e che vedeva indagati: Clara Risso, ex legale rappresentante della società Tap (Trans Adriatic Pipeline), dal 2015 al 2016, e Gilberto Dialuce, Direttore generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche del Ministero dello sviluppo Economico. Gli indagati erano assistiti dagli avvocati Andrea Sambati, Massimiliano Foschini e Fernando Musio.

Gli opponenti erano assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Calabro, Luigi Rella, Ladislao Massari, Francesca Conte, Francesco Palmieri.

La società Tap riteneva che si era al di sotto dei limiti di applicazione della direttiva Seveso, pari a 50 tonnellate. I sindaci chiedevano di considerare il gasdotto come un unico impianto che parte da San Foca ed arriva a Mesagne, il che porterebbe ad uno sforamento di quei limiti.

Come afferma il gip nell’ordinanza di archiviazione: “Il monumentale carteggio in atti non consente di cogliere profili di penale responsabilità in ordine all’iter amministrativo seguito, evenienza questa tranciante e assorbente rispetto a qualsiasi rilievo penale, giustamente essendosi escluso l’elemento oggettivo della truffa”.

E continua il gip: “In proposito preme osservare come non si comprenda la stessa imputazione sotto un profilo quantomeno logico sia con riferimento al rilievo penale della mancata applicazione della legge Seveso, sia nella fantasiosa intesa fraudolenta tra gli indagati di cui uno non risulta in carica al momento dei fatti, l’altro che si è attenuto scrupolosamente alla legge e alla procedura, tanto che lo stesso Stato ne ha assunto la difesa. A fronte di ben due richieste di archiviazione, di cui una a firma del procuratore capo, di un decreto di archiviazione e di sentenze rese dai Tribunali amministrativi, appare difficile quindi ipotizzare la sopravvenienza delle accuse a carico degli indagati in sede dibattimentale”.

Intanto va avanti, dinanzi al giudice Maria Francesca Mariano, il processo sul gasdotto Tap, riguardante le ipotesi di reato, deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, inquinamento idrico. Tra i 19 imputati compaiono vari esponenti della società Tap e i manager della Saipem, la società appaltatrice per i lavori di costruzione del microtunnel.

Secondo l’accusa, i lavori si sarebbero svolti in assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche e paesaggistiche. E si fa riferimento anche all’espianto degli ulivi in località «Le Paesane».