Dopo la richiesta di arresto del pm e gli interrogatori preventivi, nell’ ambito dell’inchiesta su un presunto giro di appalti pilotati, in cambio di varie utilità come addobbi floreali, lavori di ristrutturazione, casse di prosecco e voti, sono arrivati i provvedimenti del giudice che ha disposto l’arresto per sindaci, assessori, funzionari e per un imprenditore.
Nella mattinata di oggi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 10 persone, dei quali 3 agli arresti in carcere e 7 agli arresti domiciliari, emesso dal Gip Stefano Sala, su richiesta del pm Maria Vallefuoco. Sono state inoltre emesse misure interdittive del divieto di contrattare con Pubblica Amministrazione nei confronti di ulteriori 6 indagati.
Per il sindaco di Ruffano, Antonio Rocco Cavallo, è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Stessa misura per l’imprenditore Marco Castrignanò, legale rappresentante della Castrignanò Vivai s.r.l. e per Maurizio Montagna che ricopriva il ruolo di componente delle commissioni aggiudicatrici nelle procedute di gara, ed anche di funzionario nei comuni di Botrugno e Sanarica.
Disposti gli arresti domiciliari per Ernesto Toma, sindaco di Maglie e per il suo vice e assessore con delega all’Urbanistica, Verde Pubblico e Arredo Urbano, Marco Sticchi. Non solo, anche per il sindaco di Sanarica, Salvatore Sales e per l’assessore, Dario Andrea Strambaci. E ancora per l’ingegnere Sergio Urso, per il dipendente della Castrignanò Appalti, Umberto Mangia, e per il dipendente del Comune di Ruffano, presso l’ufficio tecnico, Daniele Boscarino.
E poi, disposta la misura interdittiva del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno, nei confronti di: Claudio Congedo, 53 anni, di Maglie; Riccardo Scasciamacchia, 41, residente a Otranto; Lorenzo Bacchi, 58, residente ad Andora (Savona); Adriano Abate, 66, di Maglie; Augusto Merico, 52 anni, di Santa Cesarea Terme; Luigi Salvatore Riccardo, 58, di Ruffano.
I reati contestati per i quali sono stati emessi i provvedimenti – è bene ricordare che tra il 3 ed il 4 febbraio u.s. si sono svolti gli “interrogatori preventivi” a cura dello stesso GIP di tutti gli indagati, introdotti dalla Legge 114 del 9 agosto 2024 (c.d. “Riforma Nordio”) – afferiscono a condotte di corruzione, falso, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture e subappalto illecito. Va detto che il gip ha escluso il reato di associazione a delinquere che era contestato, tra gli altri, anche a Graziano Castrignanò (fratello di Marco) per il quale non è stata applicata alcuna misura cautelare.
Questo preliminare epilogo giudiziario, sebbene provvisorio, e tuttora pendente nella fase cautelare, si basa su un’articolata attività di indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Lecce, affidata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle (comandato dal Colonnello Giulio Leo), nel settore dei reati contro la Pubblica Amministrazione, attraverso cui sono state circoscritte una serie di condotte di rilievo penale realizzate da un imprenditore salentino (M.C. di anni 49), dominus di una serie di società destinatarie di numerosi appalti pubblici, in concorso con propri dipendenti e tecnici nonché con un pubblico funzionario, la cui attività e funzione, anche finalizzata a modificare atti e verbali delle gare di appalto, è risultata totalmente asservita agli scopi dell’imprenditore.
Gli stessi indagati ed altri amministratori pubblici, imprenditori e professionisti rispondono di corruzione, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture, truffa, emissione di fatture per operazioni inesistenti, falso in atti pubblici, in graduatorie e documenti di gara nonché “subappalto illecito” (come riformulato dalla legge n. 32/2018).
L’indagine, nata quale spin-off di una precedente attività investigativa delle fiamme gialle leccesi, coordinata sempre della Procura della Repubblica di Lecce, ha portato a disvelare, in alcune località del sud Salento e, precisamente, nei Comuni di Maglie, Sanarica e Ruffano, la presenza di forti anomalie nella gestione dell’assegnazione degli appalti pubblici, delle varianti in corso d’opera, di cui alcuni anche oggetto di finanziamento pubblici nazionali, regionali o del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (c.d. P.N.R.R.), con conseguente contestazione da parte dell’Ufficio inquirente del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
La figura più ricorrente, come accennato, si è rivelato essere Marco Castrignanò, imprenditore della zona di Maglie, risultato essere il “controllore” de facto di svariate imprese, tutte legalmente riconducibili a familiari, dipendenti, o comunque a suoi prestanome, che, grazie alla complicità dei pubblici funzionari locali, ha potuto decidere in anticipo a quali gare pubbliche partecipare e, soprattutto, quali vincere, sviluppando un sistematico rapporto di presunta natura corruttiva con importanti figure istituzionali in seno a vari Comuni, tra cui Sindaci, Assessori, Consiglieri Comunali, RR.UU.PP. e Dirigenti degli Uffici Tecnici.
L’imprenditore, quale contropartita, per il tramite delle proprie imprese e dipendenti, garantiva direttamente o indirettamente utilità di vario genere ai propri “interlocutori” istituzionali (lavori edili, ristrutturazioni, addobbi floreali, lavori di giardinaggio, sostegno elettorale in occasione delle elezioni amministrative). In almeno due occasioni – nel mese di aprile 2022 – anche dazioni di denaro contante.
Naturalmente, il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo all’esito di sentenza irrevocabile di condanna.
A poche ore dall’operazione, sono intervenuti i difensori di Ernesto Toma e Marco Sticchi, gli avvocati Luciano Ancora e Roberto Eustachio Sisto per Toma e Luciano Ancora e Andrea Sambati per Sticchi
“Siamo sinceramente sorpresi per i provvedimenti cautelari eseguiti oggi nei confronti dei nostri rispettivi assistiti, Ernesto Toma e Marco Sticchi, tenuto conto delle acquisizioni utili a escludere ogni loro responsabilità, per fatti che peraltro non contemplano alcuna dazione di denaro. Ed in tutti i casi, gli addebiti riportati nell’ordinanza sono di scarsissima rilevanza ed, a nostro avviso, non possono configurare, in nessun modo, alcuno utilità per gli indagati. Senza omettere che certamente non possono essere addebitate al sindaco o al vicesindaco di Maglie responsabilità per appalti o procedimenti amministrativi (comunque tutti legittimi) attribuibili ad altre autorità comunali, dirigenti e funzionari, che, giustamente, non figurano fra gli indagati .
Peraltro, si tratta di vicende molto datate – i relativi episodi sono infatti di di 5/6 anni fa -, che ancora non giustificano una misura cautelare a distanza di tanto tempo. Episodi irrisori, d’epoca, contestati giudiziariamente un anno fa, con una misura che viene eseguita oggi!
In questo contesto , è assolutamente necessario sollecitare al più presto il controllo del Tribunale del Riesame.”.