Avrebbe appiccato il fuoco a un’area boschiva, ma sfortuna per lui ha voluto che fosse immortalato dalle telecamere e per questo, al termine delle indagini, è finito ai domiciliari.
A seguito un’attività di indagine, i Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Lecce e della Stazione Forestale di Otranto, sotto il coordinamento e la direzione del pubblico ministero Alessandro Prontera, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari a firma del gip Alcide Maritati, nei confronti di un 53enne, ritenuto responsabile di incendio boschivo doloso.
L’uomo, un operatore della Protezione Civile di un comune della provincia, è stato filmato mentre, con ogni probabilità, appiccava un incendio il 2 agosto scorso, in un’area boschiva in località “Bosco Guarini”, causando la distruzione di circa 1,5 ettari terreno.
L’attività investigativa posta in essere è stata svolta dapprima ponendo in essere un’analisi storica preliminare degli eventi incendiari boschivi di plausibile matrice dolosa che si sono succeduti nella zona negli ultimi 10 anni con dinamiche analoghe, negli stessi giorni nel corso del periodo estivo e con l’utilizzo di un metodo scientifico denominato “Metodo delle evidenze fisiche”, che ha consentito di individuare con precisione i punti di innesco dei roghi; tale analisi ha quindi portato i militari a installare in loco un sistema di videosorveglianza occultato, in prossimità delle vie di accesso al “Bosco Guarini”, attività che ha permesso di filmare l’uomo che, attorno alle ore 9.00 del 2 agosto scorso, giunto in zona con un’auto, ha imboccato la stradina di accesso al bosco e, fermatosi in corrispondenza di un varco di accesso, è sceso dal mezzo e, addentrandosi nel bosco, verosimilmente ha appiccato il fuoco, allontanandosi poi velocemente dalla zona.
L’attività posta in essere è risultata di particolare gravità in quanto, oltre a causare la distruzione della porzione di bosco in un’area di particolare pregio ambientale e paesaggistico, è stata perpetrata in un’area attigua alla Strada Provinciale 344 e in prossimità dei centri abitati nei pressi dell’arteria, con un potenziale pericolo per l’incolumità dei residenti.
Particolarmente allarmante è apparsa, infine, la circostanza che l’indagato fosse un operatore di Protezione Civile abitualmente impiegato proprio in operazioni di spegnimento di incendi boschivi e come tale, consapevole dei danni che il fuoco può provocare.
L’indagato è difeso dall’avvocato Giuseppe Gennaccari che potrà fornire la propria versione dei fatti nel corso dell’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Maritati.