Resta dietro le sbarre, il rapinatore brindisino che il 18 settembre scorso assaltò assieme ad un complice la gioielleria Prisma del "Centrum".
Il Tribunale del Riesame (Presidente Silvio Piccinni a latere Maria Pia Verderosa e Anna Paola Capano) ha rigettato la richiesta di scarcerazione avanzata dal suo legale, l'avvocato Francesco Cascione. I giudici ritengono che vi siano le esigenze cautelari ed il rischio di reiterazione del reato per il 20enne Antonio Gabellone. Invece, il suo difensore ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza di applicazione della misura cautelare o in subordine un alleggerimento della stessa con i domiciliari.
Gabellone risponde dei reati continuati "in concorso" di rapina a mano armata, detenzione illegale e ricettazione di arma da fuoco. Il complice Roland Karaj, 22enne di origini albanesi (anch'egli detenuto in carcere), invece, deve difendersi anche dalle accuse di resistenza a pubblico ufficiale e violazione di domicilio .
Ricordiamo che i due malviventi si sono presentati all’interno del negozio, quando le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 11.30, armati di pistola. Noncuranti dei presenti terrorizzati, si sono fatti consegnare il denaro contenuto all’interno della cassa e alcuni gioielli. Non contenti, prima di fuggire, hanno sfasciato le vetrine per arraffare quanti più preziosi possibile. Bottino in mano, circa 150mila euro, si sono diretti verso l’uscita, pensando che fosse filato tutto liscio.
Ad attenderli, però, non hanno trovato il terzo complice che probabilmente intuito l’andazzo se l’è data subito a gambe levate (come ipotizzano gli inquirenti), ma gli uomini delle forze dell’ordine.
Gabellone nella fuga si toglie il giubbotto per dimostrare di essere armato. Impugna la Beretta 7,65, una ‘pistola da borsetta’, ma offensiva quanto basta. A quel punto, i poliziotti decidono di sparare un colpo in aria a scopo intimidatorio e ci riescono. L’attimo di esitazione gli ha fatto perdere terreno e intuendo di non avere scampo, ha gettato l’arma a terra, un attimo prima di essere bloccato a pochi passi dal distributore di carburanti.
Karaj resiste qualche minuto in più e dopo aver saltato il muro di cinta di un condominio in via Alcide De Gasperi e dopo avere puntato a braccia tese la pistola all'indirizzo di un poliziotto, si intrufola all’interno di uno studio dentistico al secondo piano. Prova a farsi aprire un’altra porta, ma una dr.ssa sotto shock, non asseconda le sue richieste così sale fino terrazzo: i tetti sono la sua ultima chance, ma trova la porta chiusa a chiave. In un ultimo disperato tentativo di sfuggire ai poliziotti che gli intimavano di arrendersi, spara contro la serratura e punta nuovamente la pistola contro gli agenti. Tre colpi uditi chiaramente nel vicinato. Non ce la fa, e si arrende ormai circondato svuotando l’arma dai proiettili rimasti e alzando le mani.
C’è da dire un altro particolare: a contribuire all’arresto sono stati alcuni testimoni che hanno descritto i rapinatori. Tra di essi, anche una cliente del Centrum ed un giovane residente della zona.
Assalto armato al Centrum, resta in carcere il rapinatore brindisino
Il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione avanzata dal legale e l’alleggerimento della misura cautelare con i domiciliari. Ricordiamo che il 18 settembre, il 20enne Antonio Gabellone e un complice di origini albanesi rapinarono la gioielleria Prisma.