Arriva l’assoluzione per una ginecologa, al termine del processo con rito abbreviato sulla morte di una bimba, deceduta dopo il taglio cesareo all’ospedale di Tricase.
Il gup Simona Panzera ha assolto dal reato di omicidio colposo, per non aver commesso il fatto, Paola Baldaccini, 45enne di Galugnano, accogliendo l’istanza avanzata dall’avvocato Luigi Covella.
In precedenza, il giudice monocratico Maria Francesca Mariano aveva inflitto la pena di 2 anni per la ginecologa Simona Alcaino, 50 anni ed 1 anno all’ostetrica Maria Antonietta Peluso (con le attenuanti generiche), entrambe di Tricase, per il reato di omicidio colposo. Non solo, poiché il giudice aveva disposto una provvisionale di 50mila euro per i genitori della vittima, 30mila euro al fratello minore e 10 mila euro alla nonna ed a due zie, oltre al risarcimento del danno in separata sede. Le parti civili sono assistite dall’avvocato Francesco Nutricati. Le due imputate sono assistite dagli avvocati Stefano De Francesco e Michele Magrì che hanno già presentato ricorso in Appello.
Il giudice invece ha assolto “perché il fatto non sussiste”, l’ostetrica Valentina Pironti, 36 anni di Cutrofiano, difesa dagli avvocati Alberto Russi e Cosimo Maggiore.
Inoltre, compaiono nelle vesti di responsabile civile: Pia Fondazione di culto e di religione Cardinale Panico, assistito dall’avvocato Roberto De Mitri Aymone e le Generali Italia, con il legale Andrea Pezzuto.
L’inchiesta è stata avviata dopo la denuncia presentata da una zia della neonata ai carabinieri di Tricase. I familiari volevano capire come mai, la gravidanza andata avanti in maniera tranquilla, avesse avuto un epilogo tragico. E soprattutto, perché non si fosse proceduto al taglio cesareo, dopo le prime avvisaglie di pericolo. La piccola è nata la mattina del 27 aprile del 2016, presso l’Ospedale “Panico” di Tricase. La mamma, nella tarda serata trascorsa, dopo le prime doglie era stata portata in ospedale. Il travaglio si sarebbe protratto per diverse ore fino al mattino, senza però che la bimba scendesse dalla pancia della madre. E come sostiene il pm Stefania Mininni nel capo d’imputazione, nonostante una serie di tracciati allarmanti tra le 5 e le 8 del mattino, veniva ritardato il taglio cesareo. L’estrazione del feto, infatti, avveniva soltanto a partire dalle ore 9:28, con decesso della bimba per sofferenza ipossico-ischemica acuta.
