
Si conclude con l’assoluzione con formula piena, il processo a carico di due medici finiti sul banco degli imputati per la morte di una 18enne, colpita da meningite fulminante.
I giudici della seconda sezione collegiale (presidente Stefano Sernia) hanno assolto A.S., 52 anni di Casarano, medico in servizio al 118 e G.P.T. , 63 anni di Zollino, medico in servizio presso la Guardia Medica del Comune di Corigliano d’Otranto, dal reato di omicidio colposo, perché il fatto non sussiste. Quest’ultimo rispondeva anche di omissione di atti d’ufficio ed è stato assolto, perché il fatto non costituisce reato. Le motivazioni della sentenza si conosceranno entro 90 giorni.
A.S. è difeso dagli avvocati Francesco Vergine e Matilde Macchitella. G.P.T. è assistito dai legali Mario Stefanizzi e ed Elvira Macretti. I difensori hanno invocato l’assoluzione, poi accolta dai giudici. Il pm Massimiliano Carducci ha chiesto l’assoluzione di entrambi gli imputati per il reato di omicidio colposo ed ha invocato la condanna ad 1 anno e 4 mesi per il solo G.P.T., per omissione di atti d’ufficio.
I famigliari della vittima si erano costituiti parte civile con gli avvocati Stefano Pati e Annalisa Nuzzaci. Inoltre, in qualità di responsabile civile era stata citata l’Asl Lecce, assistita dall’avvocato Paolo Vinci.
Le indagini
Il decesso di Elys Andreza Ferreira De Souza, risale al 13 aprile del 2015, per grave insufficienza respiratoria in paziente con meningite da meningococco.
L’inchiesta coordinata dal pm Paola Guglielmi, ha preso il via dalla denuncia sporta presso il commissariato di Galatina, dai parenti della 18enne di origini brasiliane, ma residente a Corigliano d’Otranto. G.P.T., secondo l’accusa, in qualità di guardia medica, non avrebbe effettuato una corretta diagnosi limitandosi a prescrivere l’assunzione di farmaci analgesici e antipiretici in presenza di un grave stato di salute, sfociato in febbre a 40°, conati di vomito e diarrea, omettendo anche di effettuare la visita domiciliare richiesta nella notte.
Secondo la tesi della Procura, invece, A.S., il medico del 118 contattato dai familiari e giunto presso l’abitazione della 18enne, in occasione del primo intervento, pur in presenza di riferite crisi convulsive, avrebbe sottovalutato i sintomi e non avrebbe disposto l’immediato ricovero presso il presidio ospedaliero. Inoltre, in occasione del secondo intervento, a fronte della comparsa di petecchie sugli arti inferiori, superiori e sull’addome, già segnalata telefonicamente dall’operatore del 118, avrebbe optato per il codice verde.
Intorno alle 8, la giovane venne trasportata al reparto di immunologia del nosocomio di Galatina, dove venne intubata; in seguito all’aggravarsi della situazione, è stata trasferita presso il reparto di Rianimazione, prima dell’Ospedale di Scorrano e poi del Fazzi di Lecce.
Nei giorni successivi, in seguito ad approfondite analisi di laboratorio, ad d Elys fu diagnosticata la meningite, ovvero “sepsi da meningicocco del gruppo C “. La giovane di origini brasiliane, dopo alcuni giorni trascorsi nell’ospedale del capoluogo salentino, è deceduta nel pomeriggio del 13 aprile di sette anni fa.
Come detto, le accuse verso i medici sono “cadute” al termine del processo conclusosi in serata.