Cercò di dare fuoco all’ex fidanzata? Giovane di Tricase assolto dall’accusa di tentato omicidio

L’imputato è stato invece condannato a 8 mesi, pena sospesa e non menzione della condanna, per i reati di danneggiamento e lesioni continuate.

Si conclude con l’assoluzione, il processo sul tentato omicidio di una ragazza, per mano del fidanzato.

Il gup Carlo Cazzella, al termine del giudizio abbreviato, ha infatti assolto “perché il fatto non sussiste” C.S., 22enne di Tricase dalla grave accusa e ha disposto l’immediata scarcerazione (era ristretto ai domiciliari). Il giudice ha dunque accolto la tesi difensiva dell’avvocato Fabio Ruberto. L’imputato è stato invece condannato a 8 mesi (pena sospesa e non menzione) per i reati di danneggiamento e lesioni continuate. La vittima si è invece costituita parte civile con l’avvocato Roberta Formoso. Il giudice ha disposto in suo favore il risarcimento del danno in separata sede.

In precedenza, la Procura ha invocato la pena di 3 anni e 4 mesi, contestando anche l’accusa di tentato omicidio.

L’arresto

C.S è finito in manette nel mese di agosto.

L’ordinanza di arresto è scaturita da un’attività d’indagine curata dai carabinieri della stazione di Tricase. Tutto è partito dalla denuncia querela presentata il 30 aprile 2018, da parte di una ragazza che ha raccontato del gesto compiuto dall’ex fidanzato.

I fatti

I fatti si sono svolti nella zona “167” di Tricase. Durante una lite scoppiata per la decisione della giovane di porre fine alla relazione sentimentale, il ragazzo avrebbe tentato di darle fuoco.

Il 22enne, munito di una bottiglietta di liquido infiammabile, avrebbe versato il contenuto sulla gamba della ragazza. Laccensione della fiamma sarebbe stata scongiurata grazie alla prontezza dei riflessi della vittima che sarebbe riuscita a fuggire e rifugiarsi nella propria abitazione.

L’ormai ex fidanzato, avrebbe anche versato parte del liquido sulla finestra della camera da letto della giovane, per poi innescarlo provocando lievi danni all’infisso.

I militari, infatti, in sede di sopralluogo tecnico scientifico hanno rinvenuto e sequestrato una bottiglietta contenente tracce di liquido infiammabile.

Invece, il giovane in sede d’interrogatorio di garanzia, avrebbe negato di volere uccidere la fidanzata, dandole fuoco. Tesi, evidentemente, accolta dal giudice al termine del processo.



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