Illecite richieste ad associazione di accoglienza migranti? Assoluzione per ex sindaco di Neviano

Al termine del processo, i giudici della seconda sezione collegiale hanno ritenuto Silvana Cafaro, non colpevole del reato di concussione

Arriva l’assoluzione per Silvana Cafaro, ex sindaco di Neviano, accusata di illecite richieste ad un’associazione di accoglienza migranti.
Al termine del processo, i giudici della seconda sezione collegiale (presidente Stefano Sernia, a latere Bianca Todaro ed Edoardo d’Ambrosio) hanno ritenuto l’imputata non colpevole del reato di concussione, con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Le motivazioni si conosceranno entro i prossimi 90 giorni.
È stata dunque accolta la tesi difensiva degli avvocati Giuseppe Corleto e Luigi Covella che hanno sostenuto l’insussistenza del reato. I legali hanno in particolare sottolineato come non vi sia stata alcuna vessazione da parte della loro assistita e che si sia trattata di una sorta di rivalsa nei suoi confronti, da parte dei denuncianti.
Anche il pm Alessandro Prontera, nel corso della discussione in aula, ha invocato l’assoluzione della 67enne di Neviano.

Secondo l’accusa, rappresentata all’epoca dei fatti dal pubblico ministero Valeria Farina Valaori, il “primo cittadino” Silvana Cafaro, tra il febbraio del 2014 e agosto del 2016, avrebbe esercitato indebite pressioni sul presidente dell’associazione “Integra”, vincitrice di un progetto di accoglienza e protezione in favore di rifugiati, a cui era seguito la convenzione con il Comune di Neviano (avvenuta nel febbraio del 2014). Il progetto rientrava nel programma triennale di ambito territoriale 2014-2016 e inserito nel”sistema di protezione per richiedenti asilo” (SPRAR) finanziato dal Ministero dell’Interno .

Il pubblico ministero contestava al sindaco, anzitutto, di aver illecitamente espresso specifiche richieste al presidente di Integra: l’assunzione di dipendenti, a lei vicini, (come avvenuto per quattro persone); l’utilizzo di due immobili da lei indicati, invece di quelli proposti dal suo competitor politico, per l’accoglienza dei rifugiati; l’indicazione sui medicinali di cui servirsi, presso la farmacia dove lavorava un suo parente.
Assistita dagli avvocati Giuseppe Corleto e Luigi Covella, la Cafaro è stata ascoltata dopo la chiusura delle indagini (anche in aula nel corso del processo), respingendo fermamente ogni addebito. Successivamente, il gup Alcide Maritati, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio la Cafaro, e si è arrivati al processo, conclusosi oggi con l’assoluzione dell’imputata. Il competitor politico e il presidente dell’Associazione “Integra” si erano costituiti parte civile con l’avvocato Giovanni Bellisario.

Silvana Cafaro, 67 anni, è stata sindaco di Neviano, per due mandati consecutivi, dal 2010 al 2020. Attualmente ricopre la carica di assessore, nella giunta comunale guidata dalla figlia Fiorella Mastria. Nel febbraio scorso, dopo l’inchiesta che ha portato all’arresto di Antonio Megha, 62 anni, ex sindaco di Neviano e assessore alla cultura dimissionario, si è insediata la commissione prefettizia di accesso agli atti amministrativi. Quest’ultima, inviata dal Prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, dovrà valutare se l’operato dell’amministrazione comunale di Neviano abbia subìto condizionamenti di tipo mafioso, dal clan Coluccia di Noha (Galatina).
Occorre precisare che Silvana Cafaro e la figlia Fiorella Mastria non sono indagate.



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