Erano accusati di avere offeso la reputazione dell’allora sindaco di Porto Cesareo, Salvatore Albano.
Al termine del processo di secondo grado, la Corte di Appello (Presidente Nicola Lariccia) ha assolto dal reato di diffamazione, l’ex sindaco Vito Foscarini, 73 anni di Porto Cesareo e l’imprenditore Oronzo Paladini, 70 anni di Nardò.
Invece, il sostituto procuratore generale Giovanni Gagliotta ha chiesto la conferma della condanna di primo grado
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Bonsegna e Vincenzo De Benedictis. La difesa ha dimostrato che i propri assistiti non erano gli autori dei volantini.
In primo grado, invece, il giudice monocratico Marcello Rizzo aveva condannato Foscarini a 6 mesi di reclusione (pena sospesa) e Paladini, 66 anni di Nardò, sempre a 6 mesi, ma senza il beneficio della sospensione.
Inoltre, i due imputati erano stati condannati al risarcimento della somma di 20.000 per ciascuna delle parti civili, tra cui comparivano Salvatore Albano, Gigi Baldi (ex consigliere comunale), Antonio Basile (ex sindaco, nel frattempo deceduto) e il figlio Cataldo Basile, assistiti dagli avvocati Giuseppe Romano e Mauro Calò.
Dopo la sentenza di Appello, la condanna al risarcimento è venuta meno per entrambi.
In primo grado era stato invece già assolto, Gianfranco Moscagiuri, 45 anni di Porto Cesareo, poiché il reato di diffamazione era stato derubricato in “ingiurie” e non più punito dalla legge. Era assistito dagli avvocati Andrea Sambati e Maria Chiara Lorenzoni. Assoluzione anche per Felice Tumulo, 66 anni di Leverano, difeso da Elio Zecca. L’’altro imputato Luciano Miglietta, 71 anni di Leverano, difensore Enrico Cimmino, era stato già assolto con il rito abbreviato.
L’inchiesta
Gli episodi si sarebbero verificati fino al dicembre del 2010, in occasione della campagna elettorale per il rinnovo della cariche amministrative. Secondo l’allora sostituto procuratore Ennio Cillo, rappresentante della Pubblica Accusa, l’ex sindaco Foscarini e Paladini sarebbero stati gli autori dei volantini diffusi in paese e di un esposto anonimo indirizzato alla Procura di Lecce. Il sindaco Salvatore Albano veniva definito “malecarne, pupazzo alla mercè del lupo mannaro, incapace di svolgere il mestiere di medico e ancor meno quello di sindaco, fantoccio, beccamorto, guarda-porte”. Antonio Basile, era apostrofato “lupo mannaro con i baffi, mafioso, forcaiolo ed altro”. Gigi Baldi, “fannullone, estremista, incapace per sé stesso ed altro”. Infine, Cataldo Basile, definito “faccia da galera e anima da forcaiolo”.
Invece, Gianfranco Moscagiuri avrebbe attaccato in maniera ingiuriosa, durante un pubblico comizio nel 2010, Antonio Basile.
Infine, Tumulo era accusato della diffusione in un bar di Leverano, assieme a Miglietta, del suddetto esposto anonimo, riguardante le modalità di gestione della cosa pubblica degli amministratori.
