
Arrivano alcune assoluzioni e la prescrizione dei reati per tutti gli imputati e nessuna condanna, ma anche il dissequestro di quella parte della struttura alla quale erano stati apposti i sigilli, a conclusione del processo sulle presunte irregolarità nell’ampliamento del Resort “Villa Ravenna” a Sannicola.
Sul banco degli imputati comparivano: Anna Pisanello, 88 anni di Sannicola, come legale rappresentante della “Villa Ravenna s.r.l (la Procura ha chiesto 2 anni e 4 mesi); Claudio De Prezzo, 60 anni di Sannicola, come amministratore della stessa società (2 anni e 6 mesi); Giampaolo Miglietta, 61 anni di Squinzano, all’epoca dei fatti, responsabile del terzo settore dell’ufficio tecnico di Sannicola e Giuseppe Ingrosso, 61enne di Castrì, nelle vesti di responsabile del procedimento (1 anno e 6 mesi); Giordano Carrozzo, 62 anni di Melendugno, all’epoca dei fatti, responsabile del SUAP (1 anno e 2 mesi); i direttori dei lavori: Salvatore Pellegrino, 61enne di Nardò e Luigi Verardi, 56 ani di Racale (1 anno).
Nella giornata di oggi, i giudici della seconda sezione collegiale (presidente Bianca Todaro) hanno assolto Miglietta, Ingrosso e Carrozzo dall’abuso d’ufficio, perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. E il solo Verardi dal reato di falso in relazione ad un finanziamento regionale di quasi 600mila euro.
Per i sette imputati è stato dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione per i reati di abusivismo edilizio, falsità ideologica e truffa.
I giudici hanno disposto anche la restituzione delle opere poste sotto sequestro, nel 2019.
Il collegio difensivo
Gli imputati erano difesi dagli avvocati: Luigi Corvaglia, Francesco Galluccio Mezio, Angelo Vantaggiato, Alberto Gatto.
La Regione Puglia si era costituita parte civile, per la presunta truffa sul suddetto finanziamento regionale.
In base alla tesi accusatoria del pm Massimiliano Carducci, i lavori di ristrutturazione di Villa Ravenna sarebbero stati eseguiti ampliando alcuni spazi, in assenza dei permessi per costruire e in contrasto con la destinazione urbanistica della zona.
Inoltre, i funzionari comunali non avrebbero disposto la rimozione/demolizione delle opere abusive, consentendo la realizzazione di nuovi illegittimi interventi edilizi. I progettisti, invece, avrebbero falsamente attestato la conformità delle opere agli strumenti urbanistici vigenti nella zona.
Infine, viene contestato a De Prezzo e Pisanello il reato di truffa aggravata nella presentazione a Puglia Sviluppo, della documentazione sulla conformità delle opere edilizie alle autorizzazioni ottenute.
Ricordiamo che nel novembre del 2019 era finita sotto sequestro una parte della struttura di Villa Ravenna, il lussuoso resort di Sannicola.
Il provvedimento, richiesto dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, venne eseguito dai finanzieri di Gallipoli, con decreto del gip Giulia Proto.
Al termine del processo, le accuse sono venute meno o è intervenuta la prescrizione ed è stata anche disposta la restituzione delle opere in sequestro.