La Procura presenta il conto ai cinque imputati, accusati di rivendere nel Salento costose calzature di lusso rubate da terze persone nelle Marche. Il Pubblico Ministero Roberta Licci ha invocato complessivamente 18 anni di carcere, al termine del processo con rito abbreviato, innanzi al gup Vincenzo Brancato. Nello specifico: 5 anni e 4 mesi (in considerazione della recidiva infraquinquennale) per Fernando Russo, 55 anni di Cutrofiano, ritenuto a capo di un'associazione a delinquere e accusato anche di ricettazione; 3 anni e 8 mesi, con le stesse ipotesi di reato, per la sorella Elena Russo, 48 anni anch'ella di Cutrofiano, considerata l'intestataria fittizia della società gestita dal fratello. Chiesti 3 anni nei confronti di Antonella Sanzico 50enne, (moglie di Fernando Russo) di Cutrofiano, Antonio Fuso 57enne e Antonio Martina 40enne entrambi di Lizzanello solo per il presunto reato associativo.
Gli imputati, al momento tutti agli arresti domiciliari, sono assistiti dagli avvocati Antonio Savoia, Michelangelo Gorgoni e Viola Messa. I legali discuteranno il 12 aprile prossimo, giorno in cui è anche prevista la sentenza.
Gli arresti sono stati eseguiti nella Marche, dai carabinieri di Fermo e del Nucleo investigativo di Ascoli Piceno, nell'ambito dell’operazione non a caso denominata «Easy Shoes». Il fascicolo, per motivi di competenza territoriale, è finito nelle mani della Procura di Lecce. Ognuno dei cinque personaggi aveva un ruolo ben preciso nel ricettare le costose calzature di lusso rubate nelle Marche e rivendute nel Salento. E sarebbe proprio nel Comune, a pochi chilometri da Galatina, che il gruppo, secondo l'accusa, provvedeva a “vendere” le scarpe rubate in un altro distretto manifatturiero, quello di Fermo, attraverso una serie di canali commerciali “puliti” come esercizi commerciali o i tradizionali mercati rionali che animano le strade e piazze delle città salentine. Ben sei i i calzaturifici marchigiani presi di mira (Errebi e Brake di Sant’Elpidio, Gi.Ma Fashion Group e Rodolfo Zengarini di Montegranaro, Elisabet di Monte Urano) .
Ad orchestrare le operazioni sarebbe stato Fernando Russo, considerato la "mente": a lui spettava il compito di individuare gli obiettivi da colpire, di pianificare sulla carta i furti che poi materialmente faceva eseguire da altre persone, al momento non ancora identificate. Sua moglie, Antonella Sanzico, invece, si occupava della gestione della vendita delle scarpe all’interno nel negozio ‘Via Montenapoleone’ di Cutrofiano. La sorella Elena Russo aveva il compito di esporsi in prima persona in qualità di legale rappresentante, nei casi di rinvenimento e/o sequestri di calzature da parte dei carabinieri, così da permettere agli altri di continuare le loro illecite attività.
Antonio Fuso aveva il compito di ricettare le calzature nei mercatini settimanali in Puglia, mentre Antonio Martina riceveva i pagamenti dei “clienti”, in contanti o su carta prepagata a lui intestata.
Una volta ricevuto il denaro, lo versava nelle casse del sodalizio criminale. Pian piano, grazie anche ad una serie di intercettazioni telefoniche ogni pezzo del puzzle è stato messo al proprio posto.
