Case popolari: no alla revoca dei domiciliari per Antonio Torricelli

Rimane ai domiciliari anche l’ex consigliere comunale. Il gip Giovanni Gallo ha rigettato l’istanza della difesa, come accaduto nelle scorse ore per Attilio Monosi.

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Rimane ai domiciliari anche l’ex consigliere comunale Antonio Torricelli, coinvolto nell’inchiesta “Estia” sulla gestione delle case popolari. Il gip Giovanni Gallo ha detto no alla revoca della misura, chiesta dall’avvocato Luigi Covella.

La difesa ritiene oramai insussistente il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato, dopo che Torricelli ha presentato le dimissioni. Dunque, secondo il legale (come già sostenuto in sede di Riesame), non vi sarebbero più le esigenze cautelari, anche perché gli episodi contestati a Torricelli si sarebbero verificati fino al 2015. La richiesta di scarcerazione è legata a motivi di salute e all’età dell’indagato.

Già alcune settimane fa, il giudice aveva rigettato l’istanza, nonostante il parere favorevole dei pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci.

Lo stesso gip, nelle scorse ore, ha respinto la richiesta di revoca dei domiciliari per Attilio Monosi. Come per Torricelli, il dr. Gallo non ha ravvisato elementi di novità, rispetto a quanto gli veniva contestato originariamente, nonostante le dimissioni.

Le accuse

Torricelli è stato arrestato, nei mesi scorsi, assieme ad altri personaggi “eccellenti” della vita politica cittadina. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura, sarebbero poi finiti una serie di atti amministrativi per favorire l’assegnazione di alloggi in cambio del voto.

Emblematico il rapporto di scambio intercorso tra Antonio Torricelli e l’assegnataria di una casa popolare indagata. In questo caso specifico, vi sarebbe stata la creazione di una lista di persone contattate da quest’ultima con l’assicurazione del voto per le regionali del 2015, in favore di un candidato del centrosinistra. Gli elettori contattati dovevano esprimere la propria preferenza in modo tale da permettere poi una “verifica” da parte del Torricelli.

Inoltre, come sottolinea il giudice Gallo nel l’ordinanza di custodia cautelare, “vi sarebbe un sostanziale accordo di non belligeranza tra il Monosi e il Pasqualini (della compagine al governo della città) da una parte e il Torricelli dall’altra, diretto a fare in modo che ognuno potesse agire illecitamente, con il sostanziale appoggio degli esponenti della compagine politica avversa”.

Le richieste di rinvio a giudizio

La Procura intanto ha preparato la richiesta di rinvio a giudizio per 47 persone, tra cui numerosi politici, dirigenti e residenti del Quartiere Stadio. Adesso sarà il gip designato a fissare l’udienza preliminare, al termine della quale, verrà stabilito se mandare a processo

Le accuse sono, a vario titolo ed in diversa misura, di associazione a delinquere, corruzione, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, falso ideologico.

I pubblici ministeri hanno stralciato la posizione dell’ex Sindaco di Lecce, Paolo Perrone e dovrebbero invocare a breve l’archiviazione.



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