Chico Forti, in Italia l’ex campione accusato di omicidio

Torna in Italia Chico Forti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike. Accompagnato a Rebbibia, sconterà la sua pena nel carcere di Verona

La vita di Enrico «Chico» Forti sembra la sceneggiatura di un film con un finale che non ti aspetti. Fino al 1998, anno in cui fu accusato dell’omicidio di Anthony “Dale” Pike, ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla testa su una spiaggia di Miami, ha collezionato successi, sportivi e imprenditoriali. È stato un campione di windsurf – fra i primi al mondo a eseguire il looping, il salto mortale all’indietro con la tavola – e di vela, sport in cui si è distinto fino a quando un incidente automobilistico ha messo la parola fine alla sua carriera.

La ‘seconda vita’ è comincia quando partecipa ad un quiz televisivo condotto da Mike Bongiorno, riuscendo a portare a casa 120 milioni di lire. La vincita è stata la scintilla che lo ha spinto lasciare tutto, Italia compresa.

Gli Stati Uniti, dove grazie ad alcuni investimenti azzeccati accumula una piccola fortuna, rappresentano per lui un nuovo inizio. Sposa una modella, diventa padre, si impone come produttore e imprenditore. Per questo aveva contattato Tony Pike, intenzionato acquistare un resort a Ibiza, diventato famoso negli anni ’80, soprattutto dopo che Freddie Mercury lo aveva scelto come location per festeggiare il suo 41° compleanno. Definisce quell’albergo un “elefante bianco”, “una fregatura colossale”. Dale, il figlio dell’imprenditore australiano proprietario dell’Hotel, è contrario alla vendita.

Chico, in buona fede, pensa di avere tra le mani un buon affare. Per dare una svolta alla trattativa e convincere Pike jr a chiudere l’accordo, lo invita in America. Poche ore dopo, l’ereditiere fu trovato senza vita su una spiaggia di Miami, ucciso da una calibro 22. Era il 15 febbraio 1998.

Forti nega di averlo incontrato all’aeroporto, una dichiarazione ‘falsa’ che peserà come un macigno. Alla fine, confessa di averlo accompagnato nel parcheggio di un lussuoso ristorante e di averlo lasciato lì. Non ammette e non ammetterà mai di avergli sparato.

L’accusa è chiara “felony murder“, un omicidio legato ad un altro crimine, una truffa che Foti avrebbe architettato nei confronti di Pike padre, affetto da demenza senile. Al termine del processo l’e campione è stato condannato all’ergastolo «oltre ogni ragionevole dubbio»
Dal giorno del verdetto Forti si è sempre dichiarato innocente e vittima di un errore giudiziario.
La storia di Chico, infatti, è legata a doppio filo all’omicidio dello stilista Gianni Versace, ucciso da Andrew Cunanan, ritrovato senza vita nella house-boat, la casa galleggiante che come un filo rosso legherà per sempre i due casi. Qualcosa non torna nella ricostruzione ufficiale e Forti mette su pellicola i dubbi. Il documentario-inchiesta “Il Sorriso Della Medusa” getta delle ombre e , forse, lo condannano ancor prima della giustizia.

Forti, rinchiuso in carcere dal giorno della sentenza, ora è in Italia. Il Falcon del 31esimo Stormo dell’Aeronautica militare è atterrato all’aeroporto di Pratica di Mare. Poche parole, “non vedo l’ora di riabbracciare mia madre“, prima di stringere la mano al premier Giorgia Meloni. Poi il trasferimento nel Carcere di Rebibbia, dove resterà fino a quando per lui non si apriranno le porte del penitenziario di Verona.