Presunte irregolarità per un chiosco-bar di Torre Sant’Andrea. Sei persone rischiano il processo

Tre di loro risultano anche indagate nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco di Otranto

Tre persone indagate nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco di Otranto, rischiano il processo per le presunte irregolarità legate ad un chiosco-bar di Torre Sant’Andrea.
Nelle scorse ore, si è svolta l’udienza preliminare dinanzi al gup Sergio Tosi per discutere della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Roberto Aloisio, 49 anni di Maglie, istruttore area tecnica del Comune di Otranto, Giuseppe Tondo, 59 anni di Otranto ed Emanuele Maria Maggiulli, 66enne di Muro Leccese, ex responsabili dell’area tecnica del Comune di Otranto, finiti ai domiciliari nell’indagine culminata in dieci arresti, eseguiti nella mattinata di lunedì. E poi, Gianluca Stomeo, 46enne di Maglie, legale rappresentante della ditta che ha eseguito i lavori; Michele Treglia, 54 anni di Maglie, rappresentante legale; Giovanni Portaluri, 41enne di Maglie, progettista e direttore dei lavori. L’udienza è stata rinviata al 7 ottobre. E in quella sede il giudice deciderà se rinviare a giudizio gli imputati che potranno comunque chiedere un rito alternativo.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Carlo Caracuta, Luigi Corvaglia, Mauro Finocchito, Antonio Quinto, Daniele De Matteis.
Ricordiamo che il “Fuoriorario” una struttura adibita a chiosco bar situata a Torre Sant’Andrea di circa 270 metri quadrati, venne sottoposta a sequestro preventivo con decreto emesso dal gip Michele Toriello, come richiesto dal pm Roberta Licci, nel settembre dello scorso anno. Le operazioni sono scaturite dalle indagini operate dagli uomini del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Guardia Costiera idruntina.
I sei imputati rispondono di violazioni dei vincoli paesaggistici, della normativa edilizia e deturpamento di bellezze naturali. Non solo, poiché Treglia, Maggiulli ed Aloisio sono accusati anche di abuso d’ufficio e falsità ideologica.



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