La Procura chiude le indagini sul sequestro del lido Zen di Gallipoli.
Nell’avviso di conclusione, a firma del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, compaiono i nominativi dei dieci indagati.
Gli indagati
Si tratta di: Brunella Rausa, 56 anni di Casarano e Cesario Faiulo, 54 anni di Casarano, ex amministratori della società; Emanuele Casciaro, 41 anni di Taviano, legale rappresentante “ZEN s.r.l.”; l’imprenditore Angelo Marrella, 50 anni di Lecce, titolare di una parte dell’area finita sotto sequestro; Marco Fumarola, 35enne di Gallipoli, tecnico progettista; Giuseppe Cataldi, 65 anni di Gallipoli, ex Responsabile UTC; Sergio Leone, 65 anni di Taviano, Dirigente incaricato dell’UTC; Laura Rella, 69 anni e Paola Vitali, 39 anni, entrambe di Matino che si sono succedute come Dirigenti dell’Ufficio Demanio; Vincenzo Schirosi, 68enne di Gallipoli, ex dipendente comunale.
Rispondono, a vario titolo e in diversa misura, dei reati di distruzione e deturpamento di bellezze naturali, lottizzazione abusiva, opere eseguite in assenza di autorizzazione, occupazione del demanio marittimo.
I dirigenti e dipendenti comunali, all’epoca dei fatti, sono accusati anche di falso ideologico ed abuso di ufficio.
Il collegio difensivo
Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Covella, Michele Reale, Pompeo Demitri, Viviana Labbruzzo e Giancarlo Zompì.
Le indagini
I presunti illeciti fanno riferimento ad un lungo periodo e a partire dal 2012.
L’inchiesta avrebbe evidenziato una serie di abusi edilizi, in un’area sottoposta a vincolo idrogeologico. In particolare, vengono contestati interventi edilizi per realizzare una struttura destinata a stabilimento turistico-balneare e attività ricreative di intrattenimento musicale e danzante anche in orari notturni. La superficie complessiva del lido Zen di circa 1.856.72 metri quadrati è difatti caratterizzata da un primo manufatto composto da chiosco-bar, laboratorio, deposito e servizio igienico coperto da grande porticato con due scale in ferro. E poi, c’è un altro complesso adibito a servizi igienici-infermeria-docce, camminamenti e pedane, insistenti in parte su area Demaniale Marittima, ma anche in zona soggetta a vincolo idrogeologico.
E viene contesta agli indagati l’assenza del permesso di costruire, dei nulla osta delle Autorità preposte al vincolo e dei titoli demaniali rilasciati del Capo del Compartimento. Difatti, gli assensi rilasciati, riguarderebbero la realizzazione di strutture precarie e facilmente amovibili con vincolo di stagionalità.
Sotto la lente della Procura è finita in particolare la “terrazza” che risultava utilizzata, non solo come solarium mediante l’installazione di attrezzature balneari, ma anche come postazione “ragazze immagine” e “privè” per lo svolgimento di eventi di intrattenimento musicale.
Inoltre, dalle verifiche effettuate dal personale della Capitaneria di Porto di Gallipoli e dal Consulente tecnico, sono emerse delle irregolarità relative all’impianto di smaltimento reflui originario.
Ricordiamo che nel febbraio scorso, gli uomini della Guardia Costiera di Gallipoli, apposero i sigilli al rinomato lido, sulla scorta del decreto di sequestro preventivo a firma dal gip Michele Toriello.