Faida tra clan a Casarano, “Moscara cercò di eliminare Spennato e Afendi”. Chiusa l’inchiesta

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, compare il nome di Giuseppe Moscara, 25enne di Casarano, detto Mozzarella, che deve difendersi da una serie di pesanti accuse.

La Procura chiude l’inchiesta sul duplice tentato omicidio, nell’ambito della faida tra clan mafiosi a Casarano.

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari porta la firma del procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi della Dda e dei sostituti procuratori Maria Vallefuoco e Massimiliano Carducci.

Giuseppe Moscara, 25enne di Casarano, detto Mozzarella, deve difendersi da una serie di pesanti accuse. Anzitutto, risponde del tentato omicidio di Antonio Amin Afendi, raggiunto in macchina da una scarica di proiettili, il 25 ottobre del 2019 e salvo per miracolo.

Il 28enne di origine marocchina, astro nascente del clan “Potenza”, mentre era fermo a bordo della sua Golf parcheggiata in via Manzoni, fu avvicinato da un’altra macchina che diede fuoco con fucile e kalasnikhov. Afendi rimediò ferite multiple ed una estesa lacerazione alla base del collo, rischiando di morire. Non si esclude la presenza di un complice, che avrebbe preso parte all’azione di fuoco contro il giovane.

Ci sarebbe la guerra tra clan rivali alla base dell’attentato di Casarano, subito dal 28enne di origine marocchina, astro nascente del clan “Potenza”. Il nome di Moscara viene associato dagli inquirenti a un altro grave fatto di sangue. Apparterebbe al gruppo criminale che, il 28 novembre del 2016, cercò di eliminare Luigi Spennato, legato come Afendi, alla fazione un tempo capeggiata da Augustino Potenza, ucciso il 26 ottobre di quattro anni fa, nei pressi di un supermercato di Casarano. Dunque, anche per questo episodio Moscara risponde di tentato omicidio, nel ruolo di sicario. In particolare, secondo l’accusa, il 25enne sarebbe l’esecutore materiale, assieme ad Andrea Del Genio, mentre Luca Del Genio avrebbe avuto il ruolo di mandante, dell’attentato a colpi di fucile e kalasnikhov. A seguito del tentato omicidio, Spennato rimediò gravi lesioni, tra cui cecità permanente e paraplegia.

Moscara, inoltre, risponde di associazione mafiosa. In questo contesto, secondo la Procura, il 25enne di Casarano avrebbe dato la propria disponibilità a uccidere Ivan Caraccio, successivamente finito in manette nell’operazione “Diarchia”. Fu il pentito Tommaso Montedoro a riferire agli inquirenti del piano, da lui stesso orchestrato, di eliminare Caraccio, perché era a conoscenza di essere a sua volta finito nel mirino di quest’ultimo.

E poi c’è l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, hashish e marijuana). Sono una decina gli episodi contestati a Moscara ed avvenuti tra dicembre del 2017 e maggio del 2018, a Casarano e dintorni.

Moscara risponde anche dei reati di ricettazione, distruzione della targa svizzera di un Audi e danneggiamento seguito da incendio della stessa autovettura (provento di un furto avvenuto a Lido Marini). E per quest’ultimo reato, avrebbe agito in concorso con un’altra persona che lo avrebbe aiutato a dar fuoco all’Audi utilizzata per l’agguato ad Afendi, nei pressi del centro commerciale di Cavallino.

Giuseppe Moscara è assistito dall’avvocato Simone Viva e potrà entro i prossimi venti giorni, chiedere di essere interrogato e produrre memorie difensive.

Moscara venne sottoposto a fermo il 3 novembre del 2019. Il gip Giovanni Gallo convalidò il provvedimento e confermò il carcere per Giuseppe Moscara. Si trova tuttora detenuto presso la Casa Circondariale di Voghera.



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