Cocaina dalla Colombia fino al Salento: padre e figlio, Vittorio e Francesco Pezzuto, processati in abbreviato

I due squinzanesi Vittorio e Francesco Pezzuto, rispettivamente padre e figlio, dovranno presentarsi il 17 marzo nell’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola. Il processo vede imputati anche Patrizio ed Antonio Pellegrino ed i calabresi Giuseppe Novello e Stefano Condina.

Erano accusati di avere imbastito un articolato traffico di cocaina transnazionale e adesso saranno giudicati con il rito abbreviato. Il Gup Michele Toriello ha disposto, nell'udienza odierna, che anche i due squinzanesi Vittorio e Francesco Pezzuto, rispettivamente padre e figlio, dovranno presentarsi il 17 marzo nell'aula bunker del carcere di Borgo San Nicola per l'inizio del processo.

Il giudice, il 22 dicembre scorso, aveva deciso in merito alla stessa "sorte processuale" per: gli "ex latitanti" Patrizio ed Antonio Pellegrino, 43enne e 40enne di Squinzano, (ricordiamo che entrambi sono stati catturati all'estero e poi estradati in Italia), difesi dall'avvocato Elvia Belmonte; i calabresi Giuseppe Novello e Stefano Condina. In quella stessa giornata, si sarebbe già dovuto decidere anche sulla posizione di Vittorio e Francesco Pezzuto, rispettivamente padre e figlio di 71 e 48 anni. Il loro difensore, l'avvocato Paolo Spalluto ha però eccepito la nullità della richiesta di rinvio a giudizio, perché l’atto di chiusura delle indagini non era stato notificato al codifensore. Difatti, l'8 luglio scorso, hanno nominato come difensore, l’avvocato Maurizio Pezzuto.

La matricola del carcere non ha inviato le nomine cosicché l'avvocato Spalluto ha invocato una norma l’art. 123 c.p.p., la quale dispone che il detenuto ha facoltà di presentare impugnazioni, dichiarazioni e richieste con atto ricevuto dal direttore dello stesso. Iscritte in apposito registro, sono immediatamente comunicate all'Autorità competente e hanno efficacia come se fossero ricevute direttamente dall'Autorità Giudiziaria. In data 13 marzo 2015 sono state chiuse le indagini, ma in quell'udienza, il G.u.p. Michele Toriello ha accolto l’istanza e dichiarato la nullità degli atti, con conseguente regressione al Pubblico Ministero, il quale ha dovuto riformulare l’avviso di conclusione delle indagini e gli atti successivi. Il termine di custodia cautelare scade il 30 marzo 2016.

Ricordiamo che il 31 marzo scorso, la Guardia di Finanza di Brindisi mise a punto un'importante operazione investigativa, smantellando un sodalizio dedito al traffico internazionale di stupefacenti con l’aggravante della transnazionalità. L’operazione fu coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Tra le accuse contestate ai destinatari dei provvedimenti cautelari, vi erano quelle di associazione per delinquere transnazionale, finalizzata a commettere più delitti di acquisto, importazione, trasporto, detenzione, distribuzione, vendita e comunque cessione di cocaina proveniente dal sud America. I due Pezzuto risponderebbero anche di corruzione, per avere tentato di “corrompere" un finanziere in servizio al porto di Brindisi, al quale erano stati offerti 100mila euro per far transitare senza problemi un ingente quantitativo di droga. Secondo quanto accertato padri finanzieri, la “polvere bianca” viaggiava nei doppifondi di alcuni container, "occultata" in mezzo a frutta e verdura.

Invece, il colombiano Camillo Alberto Villamarin ancora latitante, difeso dall’avvocato Filippo Orlando del Foro di Lecce, sarà giudicato il 4 marzo 2016 dal Tribunale di Lecce, presso la seconda sezione collegiale.



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