Un nuovo presunto caso di malasanità ha riempito le pagine di cronaca in queste ore.
Un uomo di 76 anni si era recato giovedì scorso presso il Pronto soccorso del Vito Fazzi di Lecce per un controllo al cuore. Da qui il personale medico ha disposto il ricovero se pur, a detta dei famigliari, non erano emerse particolari problematiche.
A causa dell’annoso problema di carenza di posti letto (dovuto anche al picco influenzale che si registra in questo periodo), l’uomo sarebbe stato trasferito nel reparto di Oculistica e qui è avvenuto il decesso.
Dalla denuncia dei parenti e stato aperto un fascicolo d’indagine che ad oggi vede 4 medici coinvolti per atto dovuto.
Questa volta a scendere in campo è direttamente l’Ordine dei Medici della Provincia di Lecce, nella persona del suo presidente Donato De Giorgi che ha inteso “sottolineare con forza alcune considerazioni sulle quali non possiamo tacere”.
L’esordio della nota è amaro : “Vi è la convinzione diffusa che varcare la soglia di un Pronto Soccorso assicuri l’immortalità. Ciò purtroppo non è vero! Vi è la convinzione che responsabili di ogni malfunzionamento (reale o presunto) del sistema sanità siano i Medici. Nel caso specifico, infatti, gli unici indagati sono i Medici, mai gli amministratori, né – per fatti simili – i decisori politici. E’ così che i Medici si trovano a dover correre tra un Reparto ed un altro (a volte molto distanti) e sempre più spesso a frequentare negli intervalli i corridoi dei tribunali, impantanandosi in affanno nella medicina difensiva”.
Lo sfogo di De Giorgi è indirizzato verso gli avvocati e i giornalisti.
“Alcuni studi legali, poco interessati ai principi della deontologia forense e compagnie assicurative con uniche finalità mercantili, hanno finanziato spot pubblicitari che incitano a denunce facili e gratuite (ma non per la collettività) contro i Medici: stanno già incassando con gli interessi quanto investito. E’ del 28 gennaio di quest’anno però la sentenza che condanna l’incauto denunciante ad un risarcimento di circa 90.000 euro a favore del Medico, ingiustamente accusato”.
E poi “Mentre esiste il termine ‘malasanità’, non esiste il termine ‘malainformazione’, per definire alcuni atteggiamenti (peraltro molto limitati) che si allontanano (anche solo nei toni o nei titoli) da una professionalità di servizio, per una narrazione che ha il solo risultato di scavare un solco sempre più profondo nella fiducia incrinata tra Medici e cittadini”.
“Non chiediamo mai impunità per i nostri comportamenti quando non adeguati o non professionalmente o eticamente corretti – precisa il presidente De Giorgi – Siamo pronti (e lo facciamo quasi quotidianamente) a sanzionarli, perchè i nostri anticorpi ci consentano l’autorevolezza necessaria”.
Il caso del decesso in Oculistica
Sul problema delle extralocazioni De Giorgi scrive “Condanniamo senza riserve tale pratica, in quanto premessa ad elevato rischio clinico per gli operatori e soprattutto per i pazienti. E’ scientificamente dimostrato che le percentuali maggiori di eventi avversi ed “eventi sentinella” (situazioni cioè che devono essere prese in seria considerazione per prevenire i maggiori danni futuri) avvengono per i pazienti extralocati (ospitati cioè nei reparti non di competenza, per saturazione di questi ultimi).
Anche quando tutto “fila liscio” spessissimo la qualità percepita dell’assistenza è decisamente peggiore da parte di pazienti e parenti, ingenerando sospetti e senso di “abbandono” se non di trascuratezza, malsopportazione, intempestività nelle cure, discriminazione, nonostante i Medici si affannano tra un reparto e l’altro, impartendo disposizioni a personale assistenziale diverso dal team.
Il reparto che ospita si trova poi – oltre a queste problematiche – ad essere penalizzato se realizza un efficiente turnover di malati dovendo rinunciare a dare risposte a molti pazienti in attesa; penalizzati particolarmente i reparti chirurgici che si trovano a dover affrontare anche la promiscuità di pazienti portatori spesso di patologie infettive”.
L’emergenza influenzale
Il trasferimento ad altro Reparto, come dicevamo, è dettato dalla carenza di posti letto causata dai ricoveri per influenza.
“Nella situazione di emergenza influenzale la Regione e le ASL hanno impartito la disposizione che i pazienti di pertinenza internistica siano dislocati (extralocati) nei reparti chirurgici in percentuali del 20% – spiega il dott. De Giorgi – Affrontare un’emergenza vuol dire anche mettere in campo risorse eccezionali, non solo stressare un sistema, già vicino al collasso in situazioni “normali”. Così la “emergenza influenzale” è la rappresentazione ciclica e quasi rituale della fragilità del sistema stesso: la realtà fa improvvisamente diventare vane parole come vaccinazioni, deospedalizzazione, corretto utilizzo del P.S., informazione al cittadino, ruolo dei Medici di Medicina Generale e anche quanto avevamo proposto: un utilizzo “emergente e integrato” con i MMG e guardia medica dei presidi territoriali (Nardò, Campi S., Poggiardo, Gagliano, ecc)”.
Fragilità del sistema sanitario, insomma, che, però, conclude De Giorgi “non può essere scaricata sempre e solo (come in questo caso) sui Medici, facile capro espiatorio sacrificale, ma in realtà unico (e ultimo) baluardo del diritto alla salute”.
