Figlio 13enne costretto a rubare in casa di un anziano, mamma e convivente condannati a 4 anni ciascuno

Non solo, poiché dovranno anche risarcire la vittima, un ex carabiniere ultranovantenne di Melendugno, con una provvisionale di 5mila euro a testa.

Avrebbe costretto, con la complicità del convivente, il figlio 13enne a rubare in più occasioni, nell’abitazione di un anziano presso cui prestava servizio come badante. Una 46enne di origini rumene ed un 52enne di Taurisano sono stati condannati dal giudice monocratico Alessandra Sermarini, a 4 anni ciascuno per il reato di furto in abitazione.

Non solo, poiché dovranno anche risarcire la vittima, un ex carabiniere ultranovantenne di Melendugno, con una provvisionale di 5mila euro a testa (oltre al risarcimento del danno in separata sede). Quest’ultimo si era costituito parte civile attraverso l’avvocato Angela De Giorgi. Invece, i due imputati erano assistiti dal legale Emanuela Toscano che ha invocato l’assoluzione per entrambi.

In precedenza, il vpo d’udienza Antonio Zito ha chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi. Fondamentale per l’acquisizione della prova processuale, come sottolineato dalla Pubblica Accusa, l’ascolto dell’anziano presso la propria abitazione per l’impossibilità di deporre in aula.

Le indagini

I fatti si verificarono a Melendugno, tra il 27 novembre del 2015 ed il febbraio del 2016.  Secondo la Procura, la badante ed il compagno avrebbero architettato un piano per impossessarsi degli averi dell’ultranovantenne. Il figlio della donna, 13enne e non imputabile all’epoca dei fatti, sarebbe stato indotto dalla coppia a compiere una serie di furti nella sua casa. Utilizzando la chiave illegalmente riprodotta dalla madre, il ragazzino si sarebbe più volte intrufolato nell’abitazione e avrebbe rubato somme di denaro ed oggetti personali dell’anziano, per il valore di circa 16.900 euro.



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