
Era accusato di aver ceduto un mitra a pregiudicato e per un poliziotto è arrivata la conferma della condanna a 3 anni e 8 mesi.
I giudici della Corte di Appello (Presidente Nicola Lariccia) hanno ribadito, quanto già espresso nella sentenza di primo grado. Dunque, Domenico Cennamo, 46enne di origini napoletane ma residente a Merine, è stato ritenuto colpevole dei reati di furto e vendita di arma da guerra. In primo grado, il gup Michele Toriello, al termine del processo con rito abbreviato, aveva comunque accordato all’imputato le attenuanti generiche, in virtù della collaborazione dimostrata in fase d’indagini. Inoltre, il giudice aveva disposto per Cennamo gli arresti domiciliari, presso la casa di una parente a Napoli. Nel mese di dicembre, l’uomo è stato scarcerato su richiesta del suo difensore. In precedenza, il pubblico ministero Carmen Ruggiero aveva invece invocato la pena di 6 anni.
Confermata la condanna alla pena di 4 anni anche per l’altro imputato, il pregiudicato Pietro Paolo De Dominicis, 53enne di Merine. Rispondeva dei reati di ricettazione e detenzione di arma da guerra. Egli si trova ristretto ai domiciliari.
L’Appello era stato proposto dai legali dei due imputati. Domenico Cennamo è difeso da Benedetto Scippa che ha chiesto la diminuzione della pena adeguandola al caso concreto. Non solo anche il riconoscimento della collaborazione ad attenuare le conseguenze del reato Invece, Pietro Paolo De Dominicis è assistito dall’avvocato Amedeo Martina. . Egli durante la discussione in aula ha messo in evidenza una disparità di trattamento, ritenendo che il comportamento tenuto dai due imputati sarebbe stato simile e anche De Dominicis ammise l’addebito. Invece, il vice procuratore generale Claudio Oliva ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado.
I due difensori, una volta depositate le motivazioni della sentenza, presenteranno ricorso in Cassazione.
Le indagini
L’episodio risalirebbe al 17 gennaio del 2017. Le indagini hanno preso il via, quando i poliziotti si sono accorti che dall’armeria della Questura mancava un’arma. La scoperta, avvenuta durante i controlli di routine, ha insospettito gli uomini in divisa. Una preoccupazione resa ancor più “allarmante” dal fatto che gli accertamenti avviati avevano permesso di escludere, fin da subito, eventuali errori. L’arma mancante poteva essere stata sottratta solo da chi aveva la possibilità di accedere all’area riservata.
Durante il serrato interrogatorio, l’agente è crollato ammettendo di essersi impossessato dell’arma per cederla ad un pregiudicato di Merine, indicando dove ritrovare l’arma. A quel punto non restava che recuperare il ‘maltolto” .
Durante d’udienza di convalida dal carcere di Borgo San Nicola, innanzi al gip Stefano Sernia, Cennamo ha confermato di aver ceduto, spinto da necessità economiche, l’arma a Pietro Paolo De Dominicis, con precedenti per droga, anch’egli finito in manette.