Si conclude con quattro condanne, il processo con rito ordinario sui disordini avvenuti al termine di Lecce-Carpi.
Il collegio della seconda sezione penale ( Presidente Stefano Sernia) ha inflitto: 2 anni di reclusione nei confronti di Giuseppe Campobasso, 41enne di Copertino ( il pm ha chiesto 4 anni), in virtù della recidiva e della continuazione dei reati ed escluse le altre aggravanti; 4 mesi di arresto per Federico Ferri, 28 anni di Lecce; 2 mesi di arresto a Francesco De Masi, 37enne e Giancarlo Vincenti, 34 anni, entrambi di Maglie (per ciascuno dei tre, la Procura ha chiesto 1 anno) ed il pagamento di un ammenda. Inoltre, il divieto di accesso per anni 3, in luoghi in cui si tengono manifestazioni sportive che interessino squadre dell’unione sportiva Lecce con squadre calcistiche di altri comuni delle province di Lecce e Brindisi.
Campobasso è assistito dall’avvocato Giuseppe Milli. L’imputato rispondeva delle accuse di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento e invasione di campo. Quest’ultimo reato era contestato anche a Ferri, Vincenti e De Masi. Il primo è difeso dall’avvocato Stefano Pati. Gli altri due, dal legale Sergio Santese.
Inoltre, gli imputati sono stati condannati al risarcimento del danno in separata sede, in favore della Lega Pro che si è costituita parte civile con l’avvocato Luigi Covella.
La difesa, una volta depositate le motivazioni, impugnerà la sentenza in Appello.
Invece, nei mesi scorsi, la Corte di Appello ha ridotto lievemente le condanne maturate in primo grado al termine del rito abbreviato, per altri ultras del Lecce.
L’inchiesta
I fatti contestati si verificarono il 16 giugno del 2013 allo stadio “Via del Mare”, al termine di Lecce-Carpi. Secondo la Procura, gli ultras finiti sotto processo, al termine dell’incontro, avrebbero superato la recinzione di separazione dal terreno di gioco, forzando la serratura del cancello ed invadendo il campo. Inoltre, Campobasso ( assieme a due altri soggetti) avrebbe colpito degli stewards con una cintura, mentre correva verso gli spogliatoi. Non solo, poiché, era accusato di avere spaccato i vetri di protezione della scale degli spogliatoi ( con un altro), usando come arma contundente un pilastro di legno con base in ferro.