Studenti tirati per i capelli e colpiti con una stecca durante il doposcuola? Maestra condannata a 3 anni e 6 mesi

I fatti si sarebbero verificati all’inizio del 2019, in un paese del Sud Salento. La 58enne rispondeva dell’accusa di maltrattamenti.

Arriva la condanna alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione per una maestra del Sud Salento, accusata di avere colpito cinque studenti minorenni sulle mani, con una stecca, durante il doposcuola in casa sua. Non solo, la donna li avrebbe, in più occasioni, minacciati e presi a schiaffi.

La sentenza è stata emessa oggi dal giudice monocratico Pietro Baffa. Gli studenti si erano già costituiti parte civile, con i loro genitori,  con gli avvocati Luca Puce e Giuseppe Presicce.

Rispondeva dell’accusa di maltrattamenti verso fanciulli. La maestra, difesa dall’avvocato Massimo Fasano, ha reso dichiarazioni in aula, sostenendo che i ragazzi erano irrequieti e maleducati e di aver dovuto assumere un comportamento rigoroso, ma escludendo di averli picchiati con una bacchetta.

Secondo l’accusa, i fatti si sarebbero verificati all’inizio del 2019, durante le lezioni pomeridiane in casa dell’insegnante. Quest’ultima avrebbe colpito sulle mani ed in altre parti del corpo, gli studenti con una stecca. Non solo, poiché, i piccoli studenti venivano tirati per i capelli, spintonati e schiaffeggiati. La maestra, inoltre, li avrebbe minacciati di dire ai genitori che dovevano venir chiusi in collegio, in quanto indisciplinati. Per la stessa ragione, minacciava di andare a parlare con i professori per farli bocciare.

Nel corso delle indagini, si è svolto l’ascolto protetto delle presunte vittime (di età compresa tra i 9 e i 14 anni), presso il Tribunale dei Minorenni, durante l’incidente probatorio.

Gli accertamenti investigativi hanno preso il via dalla denuncia dei genitori di due ragazzi. I figli si sarebbero, infatti, confidati con loro, fornendo anche un video girato durante le lezioni. Successivamente, si sono aggiunte altre tre querele.

Ed in queste ore, è arrivata la condanna in primo grado, contro la quale, la difesa potrà fare appello.