
Arrivano sette condanne, ma anche sei assoluzioni e cade il reato associativo, al termine del processo su di una serie di furti di rame negli impianti fotovoltaici delle campagne salentine.
Nelle scorse ore, i giudici della prima sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino) hanno inflitto: 3 anni e 2 mesi di reclusione a El Houssine Zhari, 36enne e Badr El Youbi, 40 anni, di origini marocchine, residenti rispettivamente a Nardo e Galatone. E poi, 1 anno e 6 mesi di reclusione a Mohammed Roualy, anch’egli di origini marocchine ma residente a Galatone ed a Pasquale Storino, 47 anni di Seclì. E ancora 1 anno e 4 mesi ad Alì Selmi, 43 anni di Galatone, ma di origini tunisine; 1 anno e 2 mesi a Gianni Caraccio, 25enne ed 8 mesi (pena sospesa) a Roberto Caraccio, 48 anni entrambi di Galatone. Quest’ultimo è stato assolto dal reato di associazione a delinquere. Stesso discorso per Oronzo Caraccio, 50 anni di Seclì; Luigi D’Amato, 40 anni di Galatone; Giuseppina Caraccio, 37 anni di Galatone e Giuseppina Storino, 45 anni di Seclì.
I cinque imputati condannati dovranno risarcire in separata sede anche la parte civile.
Assolto, invece, per un altro reato, Roberto Romano, 69 anni di Montesano Salentino.
Infine, è stato disposto il non doversi procedere per difetto di querela per una sfilza di reati, per El Houssine Zhari, 34enne di Nardò, Badr El Youbi, 38 anni di Galatone ed altri dieci.
Gli imputati rispondevano, a vario titolo ed in diversa misura, delle ipotesi di reato di associazione a delinquere e furto aggravato (tentato o consumato).
Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Giuseppe De Luca, Speranza Faenza, Cristiano Solinas, Andrea Bianco, Giulio Cardinale che potranno proporre ricorso in Appello.
Il pm Luigi Mastroniani, al termine della requisitoria, aveva chiesto una serie di condanne con pena fino a 6 anni di reclusione.
I sette episodi contestati dalla Procura si sarebbero verificati tra aprile e maggio del 2019, in diverse località salentine, quali Lecce, Guagnano, Casarano, Parabita, Melissano, Ugento, Martano.
A capo dell’organizzazione, ritiene la Procura, vi era El Houssine Zhari che gestiva le comunicazioni tra sodali, coadiuvato da Badr El Youbi. E poi, Mohammed Roualy ed Alì Selmi, che si occupavano direttamente dei furti di rame negli impianti fotovoltaici. Invece, Pasquale Storino curava il trasporto dei complici mediante un furgone e si occupava anche di recuperare la refurtiva.
Gli altri (non rispondono di associazione a delinquere) avrebbero invece compiuto i furti, spesso di notte, approfittando dell’assenza di automobilisti di passaggio. Non sempre, i “colpi” sarebbero andati a buon fine, per l’intervento della vigilanza.
Il copione era sempre lo stesso. I ladri si introducevano all’interno dell’impianto, recidendo la rete metallica e dopo aver divelto i pannelli si impossessavano anche dei cavi di rame. In una circostanza, si sarebbero appropriati di 697 metri di rame con un danno complessivo per l’azienda di 75mila euro.
Come detto, il reato più grave di associazione a delinquere è caduto a conclusione del processo.