18 colpi di mitra contro l’ex fidanzata, 22enne condannato a 10 anni

Il giudice ha condannato Ibrahim Rudi per il reato di tentato omicidio plurimo, ma escludendo l’aggravante della premeditazione

Si conclude con la condanna alla pena di 10 anni di reclusione e 800 euro di multa, il processo nei confronti di Ibrahim Rudi, il 22enne di origini albanesi, ma residente a Galatina, che esplose 18 colpi di mitra, nel centro di Gallipoli, verso l’ex compagna, la sorella, la cugina di quest’ultima e due loro amici.

La sentenza è stata emessa questa mattina dalla gup Simona Panzera, al termine del rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo).

La giudice ha condannato l’imputato per il reato di tentato omicidio plurimo, ma escludendo l’aggravante della premeditazione. Rudi è stato invece assolto dall’accusa di detenzione di armi da guerra e condannato per il porto d’armi illegale.

La gup ha inoltre disposto la misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni, una volta espiata la pena. Non solo, anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Invece, in una scorsa udienza, la pm Maria Consolata Moschettini, al termine della requisitoria aveva invocato la condanna alla pena di 9 anni di reclusione.

I suoi legali, gli avvocati Simone Viva e Giuseppe Bonsegna, hanno sostenuto nel corso della discussione dell’udienza scorsa, anche sulla scorta di una perizia di parte a firma dell’ingegnera Luigina Quarta, che Rudi non era intenzionato uccidere, come si evincerebbe dalla traiettoria dei proiettili. E nei mesi scorsi, la gup Panzera aveva disposto una consulenza tecnica, eseguita dal perito balistico Nicola Donno, per far luce sulla dinamica della sparatoria avvenuta il 10 agosto del 2021, che avrebbe avvalorato l’ipotesi del tentato omicidio.

La difesa potrà presentare ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza entro 90 giorni.

Rudi venne raggiunto da un decreto di fermo a firma della pm Maria Consolata Moschettini. Secondo la Procura: “con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso – si legge – Rudi compiva atti diretti in modo non equivoco a cagionare la morte, esplodendo 18 colpi di arma da fuoco, non riuscendo nell’intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà”.

Il 22enne, nel corso dell’udienza di convalida del fermo, tenutasi ad agosto del 2021, presso il carcere di Borgo San Nicola, davanti al gip Marcello Rizzo, ha affermato che non voleva uccidere nessuno. Voleva solo “spaventare” il gruppo che era riuscito a trovare un riparo mentre sparava 18 colpi, ad altezza uomo, in via Kennedy, nel centro storico di Gallipoli.

Al termine dell’udienza, il gip ha convalidato il fermo e confermato il carcere. Ibrahim Rudi si trova tuttora dietro le sbarre.

Due amici di Ibrahim Rudi sono, invece, indagati a piede libero per concorso in tentato omicidio e le loro posizioni sono state stralciate. E.C. ed S.L. (queste le loro iniziali) sono assistiti dagli avvocati Simone Viva e Giuseppe De Luca. E.C. avrebbe accompagnato Rudi sul luogo della sparatoria e avrebbe poi contattato telefonicamente S.L. per assicurare la loro fuga a bordo di un’auto parcheggiata nelle vicinanze. Quest’ultimo avrebbe anche consentito ai due amici di rifugiarsi in un immobile a Novoli. Anche S.L. avrebbe agito animato da un movente di gelosia per la fine della relazione con una giovane presente al momento della sparatoria, messa in atto da Rudi.



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