Sferrò un pugno in faccia ad una bambina di 8 anni. Patrigno condannato per lesioni personali.

Il giudice ha inflitto la pena di 6 mesi ad un uomo di Taviano, nonostante la richiesta di assoluzione della pubblica accusa.

Era accusato di aver colpito con un pugno in faccia la figlia di 8 anni della coniuge, avuta da quest’ultima da una precedente relazione, poiché masticava rumorosamente a tavola, ed un uomo di Taviano è stato condannato, nonostante la richiesta di assoluzione della pubblica accusa, che riteneva il gesto legato ad un intento educativo, senza la volontà di fare male alla bambina.

Al termine del processo, il giudice monocratico Maddalena Torelli ha inflitto la pena di 6 mesi di reclusione con il rito abbreviato ad un 32enne di Taviano per il reato di lesioni personali aggravate. Inoltre è stata disposta una provvisionale di 2.000 euro per la bambina e di 1.000 euro per il padre naturale, mentre il risarcimento sarà stabilito in separata sede. Entrambi si erano costituiti parte civile con l’avvocato Antonio Corvaglia. Ed il legale in sede di discussione ha sottolineato come l’educazione debba prescindere dalla violenza. Il giudice, evidentemente, ha condiviso tale tesi, emettendo una sentenza di condanna, nonostante la richiesta di assoluzione del vpo d’udienza. La sospensione della pena è inoltre subordinata al pagamento delle provvisionali entro 60 giorni.

Le motivazioni della sentenza, invece, si conosceranno entro i prossimi 40 giorni e l’imputato, difeso dall’avvocato Biagio Palamà, potrà fare ricorso in Appello. Durante il dibattimento è stata anche ascoltata la madre della bambina che ha minimizzato l’episodio contestato al marito.

L’inchiesta

I fatti risalgono al 3 ottobre del 2022. Durante la cena, il 32enne infastidito dal rumore della bambina che masticava rumorosamente a tavola, le avrebbe sferrato un violento pugno. La bambina di 8 anni (all’epoca dei fatti) rimediò un grosso ematoma all’occhio e dovette ricorrere alle cure ospedaliere, con prognosi di 10 giorni.

In seguito il padre naturale, venuto a conoscenza dell’accaduto, sporse denuncia presso la locale stazione dei carabinieri, dando il via alle indagini.

Per il patrigno, in queste ore, è giunta la condanna in primo grado.



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