
Arriva la condanna a 2 anni di reclusione, con sospensione della pena, per un sacerdote e professore di religione in servizio presso un istituto scolastico superiore del Basso Salento.
La sentenza è stata emessa oggi, dal giudice monocratico Annalisa De Benedictis.
Invece, la pubblica accusa, aveva invocato la condanna a 3 anni di reclusione.
Inoltre, il giudice ha disposto la restituzione degli atti al pm per accertamenti sul reato di falsa testimonianza verso un testimone.
Il 50enne, docente di religione e vicepreside, all’epoca dei fatti, presso una scuola superiore, è stato condannato per violenza privata. In base all’accusa, dopo averla fatta nel suo ufficio (svolgeva, all’epoca dei fatti, il ruolo di vice preside) avrebbe proferito, abbracciandola con insistenza, la frase: «Sei la luce dei miei occhi, sei la mia gioia…quando ti vedo nei corridoi mi aggiusti la giornata». Non solo, sempre in base all’ipotesi accusatoria, avrebbe costretto la madre di un’alunna a iscriverla nella sezione in cui insegnava. La ragazza, però, durante l’anno scolastico presentò una certificazione medica legata a disturbi dell’apprendimento. Il prete, a quel punto, cerco di farle cambiare scuola e minacciò pressioni sul consiglio di classe, per ottenerne la bocciatura. Durante le lezioni, inoltre, le avrebbe rivolto frasi del tipo: «capra, handicappata». Quest’ultima si era costituita parte civile con l’avvocato Dimitry Conte ed in suo favore il giudice ha disposto una provvisionale di 10mila euro, oltre al risarcimento in separata sede.
Il giudice ha disposto invece il non doversi procedere per prescrizione per l’accusa di molestia.
Secondo l’accusa, tra il 2015 ed il 2019, il docente avrebbe molestato diverse alunne ed una collega, con comportamenti impertinenti, come abbracci e baci sulle guance.
L’imputato che ha sempre negato tutte le accuse, era assistito dall’avvocato Luigi Corvaglia.
Le motivazioni della sentenza si conosceranno nei prossimi mesi.
L’inchiesta è stata aperta dal pm Maria Rosaria Micucci dopo la segnalazione di alcune studentesse. Inizialmente, occorre sottolineare, le accuse erano ben più gravi. E si ipotizzavano anche degli abusi sessuali ai danni delle ragazze della scuola. La Procura ha, invece, ridimensionato le contestazioni e chiesto l’archiviazione per il reato di violenza sessuale a carico del prete prof. Inoltre, è stata chiesta l’archiviazione per il reato di falso. In un’occasione, si ipotizzava inizialmente, il sacerdote avrebbe apposto la presenza sul registro di classe, ma in realtà non era presente. Il gip ha poi archiviato l’inchiesta per le accuse di violenza sessuale e falso.
Durante il processo sono stati ascoltati numerosi testimoni, tra cui studenti, docenti, collaboratori scolastici.