Incidente sulla Gallipoli-Leuca in cui morirono due ragazzi. Conducente dell’altra auto condannato a 2 anni

Il giudice ha anche disposto la sospensione della pena, al termine del processo con rito abbreviato. L’incidente mortale ad agosto 2017.

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Si conclude con la condanna, il processo a carico di un noto imprenditore accusato di duplice omicidio stradale per la morte di Ivan De Blasi, 23enne di Matino e Jasmine Giselle Cherry Quintero, 23enne originaria dell’Ecuador e residente a Gagliano Del Capo.

Il gup Marcello Rizzo, al termine del processo con rito abbreviato, ha inflitto la pena di 2 anni al 42enne Luciano Villanova di Zollino. Il giudice ha comunque disposto la sospensione della pena.

In precedenza, il pm Maria Consolata Moschettini ha invocato la condanna a 3 anni.

Nel corso del processo, è stata ascoltata in qualità di testimone, la donna che si trovava in macchina, accanto a Villanova.

L’imputato è difeso dagli avvocati Roberto Rella e Stefano Prontera che potranno presentare ricorso in Appello.

I fatti risalgono al mese di agosto del 2017. L’incidente è avvenuto sulla Gallipoli-Leuca, all’altezza dello svincolo per Taviano-Matino. La Porsche guidata da Villanova è andata due volte in testacoda, prima di fermarsi sulla carreggiata poco più in là. Invece, la Yaris, su cui viaggiavano Ivan De Blasi e Jasmine Giselle Cherry Quintero, ha sfondato il guardrail ed è volata in aria verso la complanare. La macchina ha preso fuoco e i due giovani sono morti sul colpo. L’unico superstite è stato il fidanzato 28enne di Giselle.

Anche il conducente della Porsche è dovuto ricorrere alle cure ospedaliere, per una serie di fratture scomposte causate dall’incidente.

Ricordiamo che Villanova, ascoltato dagli inquirenti, ha fermamente sostenuto la presenza di una terza auto sul luogo dell’incidente, che procedeva a fari spenti. Ed avendola vista all’ultimo momento, non è riuscito ad evitarla. Subito dopo, è avvenuto l’impatto tra la Porsche e la Toyota Yaris, con conseguenze drammatiche.

Secondo l’accusa, la Porsche avrebbe invaso la corsia opposta, causando il terribile incidente. Tesi confutata dalla difesa, che ha sempre sostenuto che non si sia trattato di uno scontro propriamente frontale, considerando lo scarto verso il centro della carreggiata da parte di entrambe le macchine.



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