Abusi edilizi e falso ideologico? Riesame conferma sequestro “bis” del Twiga di Otranto

Nei giorni scorsi, erano stati apposti per la seconda volta, i sigilli allo stabilimento balneare extra-lusso a due passi dalla Grotta Monaca. I carabinieri dell’ex Corpo Forestale dello Stato, guidati dal capitano Antonio Arnò, avevano eseguito il provvedimento di sequestro preventivo.

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Confermato il sequestro “bis” per il Twiga Beach Club di Otranto. Il Tribunale del Riesame (Presidente Maria Pia Verderosa, relatore Antonio Gatto, a latere Anna Paola Capano) ha dunque rigettato il ricorso della difesa.

Nei giorni scorsi, erano stati apposti per la seconda volta, i sigilli allo stabilimento balneare extra-lusso a due passi dalla Grotta Monaca. I carabinieri dell’ex Corpo Forestale dello Stato, guidati dal capitano Antonio Arnò, avevano eseguito il provvedimento di sequestro preventivo, convalidato in precedenza dal gip Michele Toriello, su richiesta del sostituto procuratore Antonio Negro.

Sono state iscritte nel registro degli indagati quattro persone, per violazioni in materia di “abusi edilizi in zona soggetta a vincolo paesaggistico e occupazione abusiva del demanio marittimo”. Si tratta di: Mimmo De Santis, Presidente della società Cerra che sta realizzando l’opera; l’ingegnere progettista responsabile dei lavori, Pierpaolo Cariddi, nuovo Sindaco di Otranto; i funzionari del Comune di Otranto, Emanuele Maggiulli e Giuseppe Tondo. Il “primo cittadino” e i due funzionari rispondono anche dell’accusa di falso ideologico.

Sono assititi dagli avvocati Adriano Tolomeo, Antonio De Mauro, Andrea Sticchi, Giulio De Simone.

La decisione del pm è maturata sulla scorta degli esiti della consulenza tecnica eseguita dall’ingegnere Pierpaolo Fiorentino e finalizzata ad evitare che l’opera venga realizzata, nonostante le presunte irregolarità del progetto.

Si legge nel decreto, “le opere che gli indagati si proponevano di realizzare ed in parte hanno iniziato a realizzare… sono in radicale ed insanabile contrasto con le previsioni dello strumento urbanistico e del regolamento edilizio del Comune di Otranto.”

Non solo, poiché il gip afferma che “la plateale illegittimità degli strumenti concessori rilasciati in favore della Cerra srl, che hanno autorizzato ed autorizzano la realizzazione di opere incompatibili con la natura e con la destinazione dell’area”. Dunque, secondo il giudice Toriello ”la libera disponibilità dell’area sulla quale dovrebbero sorgere le opere illegittimamente autorizzate potrebbe arrecare ulteriore compromissione al bene giuridico protetto dalle norme violate”.

Il sequestro probatorio

Invece, il 15 maggio scorso, i militari avevano eseguito un sequestro probatorio. Anche in quel caso, il Tribunale del Riesame aveva rigettato l’istanza di dissequestro presentata dalla difesa.

“L’accesso al mare è escluso da un divieto di balneazione disposto da un’ordinanza della locale Capitaneria di porto tuttora vigente”. È ciò che affermava il relatore Antonio Gatto, nelle motivazioni dell’ordinanza. Il giudice sostiene, pertanto, che i manufatti sottoposti a sequestro probatorio sono stati realizzati nellambito di un progetto non autorizzabile”.

Intanto, occorre ricordare, Flavio Briatore ha “ritirato” il marchio in attesa degli sviluppi della vicenda giudiziaria.



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