Uccisero un giovane di Melissano sparandogli in testa. I due presunti killer condannati all’ergastolo anche in Appello

Invece, “sconto di pena” per gli altri due imputati accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

La Corte d’Assise d’Appello conferma i due ergastoli per l’omicidio di Francesco Fasano, il 22enne di Melissano ammazzato il 24 luglio del 2018, con un solo colpo di pistola alla tempia.

I giudici (presidente Vincenzo Scardia) al termine della camera di consiglio tenutasi presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, hanno inflitto, come in primo grado e come richiesto dalla Procura Generale, la pena del carcere a vita, con isolamento diurno per 18 mesi per: Daniele Manni, 41enne di Casarano e Angelo Rizzo, 25enne di Melissano, ritenuti colpevoli di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili.

Invece, sconto di pena per Luciano Manni, 68 anni di Melissano, condannato a 14 anni (24 anni in primo grado) e Antonio Librando, 54 anni di Melissano, (14 anni), accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

I giudici hanno confermato il risarcimento del danno in separata sede ed una provvisionale di 50 mila euro in favore di madre, padre e sorella di Francesco Fasano, che si erano costituiti parte civile, attraverso gli avvocati Luigi Corvaglia e Claudio Miggiano.

Il collegio difensivo

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Mario Ciardo, Francesca Conte, Francesco Fasano, Stefano Pati, Ezio Garzia, che una volta depositate le motivazioni della sentenza, faranno ricorso in Cassazione.

La sentenza di primo grado è stata emessa dalla Corte d’Assise (Presidente Pietro Baffa, a latere Pietro Errede e giudici popolari) che hanno accolto la richiesta dei sostituti procuratori Stefania Mininni e Maria Vallefuoco.

In durante il processo, l’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, è stato ascoltato come teste della difesa in qualità di consulente ed ha sostenuto che tracce di polvere da sparo rinvenute nelle due vetture e sulle mani dell’imputato Daniele Manni potrebbero risultare accidentalmente contaminate.

Intanto si è concluso il processo con rito abbreviato, dinanzi al gup Cinzia Vergine. Il giudice ha assolto: Maicol Manni, 27enne; Luca Piscopiello, 37 anni; Luca Rimo, 36 anni; Pietro Bevilacqua, 32 anni; Biagio Manni, 50enne, tutti di Melissano e Gianni Vantaggiato, 48enne, residente a Tonco (in provincia di Asti). I sei rispondevano sempre di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e per loro la Procura aveva invocato pesanti condanne.

Le indagini sull’omicidio del 22enne di Melissano, coordinate dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dai sostituti procuratori Stefania Mininni e Maria Vallefuoco, hanno permesso di individuare uno scontro in atto tra due fazioni createsi all’interno di una originaria associazione dedita al traffico di stupefacenti che operava nelle “piazze” di Melissano e paesi limitrofi.

E successivamente è stato messo a segno il blitz “La svolta 2.0“, condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del comando provinciale in collaborazione con la Compagnia di Casarano, iniziata nel marzo 2018, e che rappresenta l’epilogo dell’attività investigativa che, il 26 luglio 2018, portò i militari a eseguire dieci fermi, a seguito dell’omicidio di Francesco Fasano, avvenuto nelle campagne di Melissano. Dopo i ricorsi dinanzi al Tribunale del Riesame, praticamente tutti gli indagati sono stati scarcerati.



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