“Condizionamenti della criminalità”. Consiglio dei Ministri dispone commissariamento del Comune di Squinzano

Già nel novembre scorso, vi era stata la nomina di un Commissario, poichè nove consiglieri comunali si erano dimessi, portando allo scioglimento del Comune.

Il Consiglio dei ministri ha deciso. Ed ha disposto l’affidamento del Comune di Squnzano ad una commissione straordinaria, in considerazione dei condizionamenti della criminalità organizzata.
La decisione è maturata, al termine della riunione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese.

Già nel novembre scorso, vi era stata la nomina di un Commissario nel comune del Nord Salento, poichè nove consiglieri comunali, cinque di minoranza, Mino Miccoli, Andrea Pulli, Vincenzo Vespucci, Chiara Guadalupi e Michele Maggio e quattro di maggioranza Luciano De Nitto, Lucio Longo, Francesca Bracciale e Virgilio Vacca, avevano rassegnato le dimissioni, portando allo sciglimento del Comune e ponendo così fine all’Amministrazione guidata da Gianni Marra. Questa la composizione della commissione: Beatrice Agata Mariano (viceprefetto); Angelo Caccavone (viceprefetto aggiunto) e Vincenzo Calognano (funzionario economico-finanziario).

Infatti, occorre ricordare, che nel mese di ottobre vi era stato l’insediamento della commissione di accesso della Prefettura di Lecce per far luce sull’ipotesi di presunte infiltrazioni mafiose nel Comune di Squinzano. La commissione, composta dal vice prefetto Marilena Sergi, dal dirigente di polizia Rocco Carrozzo e dal tenente Giuseppe Boccia dell’arma dei carabinieri, ha richiesto la consegna di una corposa documentazione.

Gli atti finiti prima sotto la lente della Prefettura, riguarderebbero vari ambiti. Anzitutto, il regolamento per l’assegnazione di contributi socio assistenziali e il contestuale elenco dei beneficiari, a partire dal 1 gennaio del 2018 e fino al periodo dell’emergenza sanitaria da covid-19. Non solo, poiché al vaglio della Prefettura è finito l’elenco degli assegnatari degli alloggi popolari ERP e anche di quelli di proprietà comunale, per i quali veniva richiesta la relativa graduatoria.
E poi, vi sarebbe la gestione del cimitero e quella dei campetti di calcetto e tennis.

Nel 2015, la verifica della Prefettura, si concluse con la richiesta di scioglimento del Comune di Squinzano. In seguito, il ministro dell’Interno Angelino Alfano rigettò l’istanza.

La prima inchiesta e le assoluzioni

Ricordiamo che nel febbraio del 2018, si è concluso con l’assoluzione di tre imputati, il processo di Appello sull’assegnazione di un alloggio popolare alla madre del boss Antonio Pellegrino. La Corte ha ritenuto anche l’allora ex sindaco di Squinzano Gianni Marra non colpevole, “perché il fatto non costituisce reato”. In primo grado, era stato condannato, con rito abbreviato, a 4 mesi per il reato di abuso d’ufficio e assolto per il falso.

Gli altri imputati erano stati già assolti in primo grado. Rispondevano, a vario titolo ed in diversa misura, dei reati di abuso d’ufficio, corruzione in atti d’ufficio, falso ideologico e materiale. Tutti risultavano già indagati nell’operazione “Vortice Dejà-vù”, ma la Procura decise di aprire un fascicolo a parte, incentrato sui presunti rapporti tra mafia e politica nel Comune di Squinzano.



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