Arrivano sei assoluzioni per i presunti illeciti nella gestione degli incassi sulla vendita dei ticket per le visite al Castello di Carlo V. Nella mattinata di oggi, il gup Alcide Maritati, al termine del processo con il rito abbreviato, ha assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”: Stefano Ramires, 50 anni di Lecce, presidente della a.r.l, Oasimed (il pm Rosaria Petrolo aveva chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione); Marina Quarta, 52enne di Lizzanello, in qualità di presidente della a.r.l. Theutra; Paolo De Rinaldis, 49 anni di Lizzanello, vice-presidente della stessa società; Anna Maria Cafiero, 78enne di Lecce, consigliera della Theutra; Raffaella De Luca, 50 anni di Galatone, vice-presidente della Oasimed; Marco Bianchi, 47enne di Lecce, consigliere della Oasimed (il pm aveva chiesto per loro la condanna a 3 anni e 4 mesi). Rispondevano delle accuse di peculato e truffa. Marina Quarta e Stefano Ramires sono stati assolti anche dal reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Amilcare Tana, Ivana Quarta e Luigi Quinto che avevano chiesto l’assoluzione, poi accolta dal giudice, sulla scorta di una consulenza del commercialista Massimo Bellantone. Invece, in una scorsa udienza, il Comune di Lecce si era costituito parte civile con l’avvocato Pierpaolo Schiattone.
Le indagini sono scattate a seguito di un esposto anonimo del giugno scorso. Gli uomini della Guardia di Finanza di Lecce, nell’ottobre del 2019, sulla base di un decreto di perquisizione, hanno sequestrato una corposa documentazione presso gli Uffici delle due società cooperative a responsabilità limitata, costituite in una RTI (raggruppamento temporaneo imprese).
Secondo l’accusa, gli imputati si sarebbero appropriati di una parte dell’importo dovuto al Comune di Lecce relativo ai servizi offerti al pubblico. Nello specifico, si fa riferimento ai guadagni sulla vendita dei biglietti per le visite al castello. E si parla della cifra di 73.244 euro (di cui 837 inerente la voce “ingresso mostre” e 72.407 euro inerenti le voci “ingresso Castello Carlo V” e “servizio bookshop”).
Infine, veniva contestata a Stefano Ramires e Marina Quarta l’emissione di 3 fatture per operazioni inesistenti, per un importo complessivo di 45mila euro aventi come descrizione “servizi pubblicitari” le prime due e “visite guidate” la terza. In seguito, arrivò la richiesta di rinvio a giudizio a firma del sostituto procuratore Roberta Licci. Come detto tutte le accuse sono cadute al termine del processo.