“Combine” Bari-Lecce, Cassazione conferma condanna per l’ex presidente Pierandrea Semeraro

Stesso discorso per l’imprenditore Carlo Quarta. Entrambi  che dovranno risarcire di 400 euro ciascuno, i 150 tifosi leccesi costituitisi parte civile.

Confermata praticamente in blocco, la sentenza sulla “combine” Bari-Lecce.

Diventa dunque definitiva la condanna di un anno e sei mesi (pena sospesa e non menzione) per frode sportiva, nei confronti dell’allora presidente dell’Unione Sportiva Lecce Pierandrea Semeraro e per l’imprenditore Carlo Quarta che dovranno anche pagare una multa di 10 mila euro e risarcire di 400 euro ciascuno, i 150 tifosi leccesi costituitisi parte civile. I supporter giallorossi sono assistiti dagli avvocati Giacinto Epifani, Giuseppe Milli, Francesco Calabro, Massimiliano Acquaro.

La Cassazione ha difatti ribadito, quanto già sostenuto dai giudici della Corte di Appello di Bari.

Rigettato il ricorso del collegio difensivo composta dagli avvocati Andrea Sambati e Franco Coppi (per Semeraro), Francesca Conte (per Quarta).

I legali sostenevano che il processo si sarebbe dovuto tenere a Lecce, dove si sarebbero svolti i fatti contestati. Inoltre, “gli ermellini” hanno accolto il ricorso del pg di Bari per Marcello di Lorenzo, amico dell’ ex difensore biancorosso, assolto in Appello (ma condannato in primo grado a 9 mesi di reclusione e 5 mila euro di multa), dispondendo l’annullamento con rinvio. Si dovrà dunque rifare il processo, ma sulla decisione pende la mannaia della prescrizione.

Tra gli indagati figuravano anche il calciatore Andrea Masiello, oltre a Gianni Carella e Fabio Giacobbe suoi presunti complici, accusati anche di associazione per delinquere poiché coinvolti in altre “combine”. L’ex capitano del Bari ha già patteggiato la pena ad un anno e 10 mesi, (tornando poi a giocare nell’Atalanta).

L’inchiesta

La gara incriminata, risalente all’11 Maggio del 2011, fu la penumtima di quel campionato, nella quale i giallorossi ottennero i tre punti fondamentali per assicurarsi la permanenza nella massima serie, salvo poi essere retrocessi d’ufficio in Lega pro nel torneo successivo.

A margine della sentenza arrivano le dichiarazioni dell’avvocato Giuseppe Milli, che afferma

“Una pagina orribile del calcio leccese si è definitivamente conclusa. Speravamo di sbagliarci ma non ci siamo sbagliati. Era tutto vero”.



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