Detenzione di materiale pedopornografico ed evasione: nuova condanna per l’ex carabiniere Dino Maglio

Il 39enne surbino, nel giugno 2016, fu trovato in possesso di numerosi filmati e fotografie che immortalavano minori. Inoltre, sarebbero emersi vari episodi di allontanamento dai domiciliari.

Nuova condanna per l’ex carabiniere Dino Maglio, finito sotto processo con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico ed evasione.

La prima sezione collegiale (Presidente Gabriele Perna) gli ha inflitto la pena complessiva di 4 anni e 4 mesi, senza la continuazione del reato. È stata esclusa l’aggravante dell’ingente quantità, sulla scorta di una consulenza informatica a firma dell’ingegnere Luigina Quarta.

Accolta, dunque, la tesi difensiva dell’avvocato Ivan Feola che sottolineava come alcuni presunti file pedopornografici, fossero gli stessi già contestati in un precedente processo, al termine del quale, l’ex carabiniere venne assolto.

Il pubblico ministero Roberta Licci aveva chiesto la pena complessiva di sette anni.

L’inchiesta

Dino Maglio, 39enne surbino, nel giugno 2016, fu trovato in possesso di circa duecento filmati e fotografie dal contenuto pedopornografico. L’uomo si trovava ristretto ai domiciliari, per un’altra condanna, nella sua abitazione su ordinanza del Tribunale del Riesame di Venezia, emessa l’anno prima. Ad insospettire i militari, una foto postata su Facebook che lo ritraeva in spiaggia, in compagnia della fidanzata.

A quel punto, i carabinieri della stazione di Surbo si recarono a casa sua per arrestarlo con l’accusa di evasione. Nell’occasione, vennero perquisiti i computer ed i telefoni cellulari.

Nell’ambito dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Maria Rosaria Micucci emergerebbero, inoltre, vari episodi di allontanamento dai domiciliari, tra gennaio e giugno del 2016. Come se non bastasse, Maglio avrebbe infranto il divieto di comunicare con persone diverse dai suoi familiari, in numerose circostanze. Avrebbe più volte ospitato presso la propria abitazione una donna con cui aveva intrapreso una relazione sentimentale, i genitori, ed un’amica di quest’ultima. Inoltre, sarebbero emersi una serie di contatti telefonici e chat.

Le altre denunce

Dino Maglio era stato già condannato a sei anni e sei mesi di reclusione, con rito abbreviato, dal Tribunale di Padova con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una ragazza straniera che si trovava in Italia. Maglio venne denunciato da una sedicenne australiana che lo accusava di stupro, dopo essere stata sua ospite insieme alla madre ed alla sorella.

L’ex carabiniere avrebbe drogato la ragazza con un cocktail di limoncello e pastiglie a base di benzodiazepine, per poi violentarla. A febbraio 2016, arrivarono le denunce di altre 14 ragazze: tutte sue ospiti, nei dintorni di Padova e per lo più giovani straniere, contattate sempre tramite il sito Couchsurfing, che avrebbero subito lo stesso trattamento. A metà giugno 2017, si è chiusa l’inchiesta bis sull’ex carabiniere, già sospeso dal servizio nel 2014.